Nell'Eire inesatto:
Mi si dipinse la vista.
In un soffio d'annata, sotto il
patto della luna ebbi
accesso all'abisso.
Avventuroso, cavalier servente della
mia sovrana, con pesanti
occhiali operoso partii.
Nel mio giostrare ne vidi di
fatti, ma dell'orbo mi resi più conto,
spenti lumi drammatici, incoscienti ritratti
del vuoto, più nudi del vento giaciono.
Amata son vero,
Di sangue la valle sapeva,
rifiutate cortigiane il sentiero ammantavano.
Il Sole non sorgeva ne calava,
il cuore occluso mai regnava,
i fiori privi di opinione giacevano chini,
come se aspettassero un'iniziale
esecuzione.
Gemendo tra fredde lenzuola la
mente rinunciava al suo vino.
Riprende la strada, prosegue lo zoppo.
Di fini bugie n'è fitta la via, le fragole non nascono,
la sola tirrannia dell'algebra vige, impone
mirata la sua volonta, consumando la poesia.
"La fiamma è ben rossa, testimone mai
persuaso - lo posso provare!",
Per te scrivero dal primo mattino.
"La sua birra signore" ingiusta realtà!
mi sveglia da un sogno per farmi vivere un incubo.