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La nave

Al giogo del destino
s'intrappolarono ultimi, quel dì,
diversi respiri...
Avanzavano ignari verso la morte,
con occhi neri, azzurri, castani.
E sorrisi, che erano sogni.

Lungo onde instabili spumose
s'affiancò alla notte la nave,
e con la paura cominciò a trastullare ore
succhiando il buio del caos,
e gorgogliò di mare pozzi improvvisati,
nell'inesorabile affronto del fluire tombale.

- Dove sei amore mio... -
urlò disperata una mamma sola, là sulla terra lontana.
- Dove siete sposi d'amore non vissuto...-
gridarono mamme e padri,
e fratelli e sorelle di ogni altro disperso,
sulla terra sbigottita
da quelle voci alte di spasmi e ira.

Dondolò quella nave di festa calata di fianco,
anch'essa divenuta ormai morente tra flutti.

E pare sospirasse sofferente la sorte,
pare reclinasse sempre più negli abissi
la vergogna delle umane esitazioni,
elargite a quel destino
che, indifferente, aveva solo lustrato,
quel dì, il suo giogo per inumidire il dolore.

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Alessandro il 27/02/2012 12:51
    Marinai in navigazione che affrontano mille intemperie, e al contempo la sofferenza di chi è rimasto a terra, con un occhio verso il mare, implorando la sorte. Davvero ben costruita

2 commenti:

  • loretta margherita citarei il 27/02/2012 19:19
    molto bella complimenti
  • Nunzio Campanelli il 27/02/2012 16:17
    C'è qualcosa di epico in quest'opera, una sofferenza storica, già conosciuta... mi ricorda un poco la "ballata del vecchio marinaio" del Coleridge...
    Molto bella

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