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I segreti del barbiere
Si sieda,
i suoi capelli profumano di storia,
di viaggi che desiderano frantumare,
i confini dispettosi della memoria;
il mio acconciare,
è anche scienza di saper ascoltare,
non intrisa di libri forbiti,
ma di una semplice,
sudata licenza elementare;
signor mio, mio padre con le sue mani fiere,
l'onore mi trasmise del barbiere,
sapesse quante storie ho conosciuto,
lavorando su ogni cuoio capelluto;
in niun conto tengo il pettegolezzo,
mi insegnò mia madre
bambino che ancora ero,
a considerarlo un inutil passatempo,
dal nauseabondo lezzo;
da altrui labbra, dalle mie mai,
conoscerà la storia d'un paese e dei suoi guai,
anche se di descriverla
ho perenne tentazione;
ma che mi vale far sapere,
che il curato che dal pulpito parla di castità,
si vede con una donna tre volte al mese,
per non farsi scorgere, in totale oscurità;
al più parlarle potrò
con le lacrime che bagnano i miei rasoi,
del ragazzo morto in un incidente in moto,
il cui sorriso invadeva il mio negozio,
quando i capelli gli rapavo a zero,
come egli intendeva
dover essere un uomo vero;
mi creda, signor mio,
non è l'essere che conta,
ma il nascere barbiere,
sentirlo come intensa missione,
non come banale mestiere,
la mia bottega aveva e ha possenti mura
da contenerci tutta le felicità
e tutta la paura;
i capelli ho abbigliato
a generazioni e generazioni,
a severità di padri
e scalpitare di gioventù di figli,
e imparai che le parole,
non sono sempre verità,
ma a volte sanno essere anche nascondigli;
i capelli che lei ora vede
concedersi al pavimento,
immaginare li deve,
accomunati ad altri capelli,
percorsi da eguale sentimento,
metafora dell'esistere malfermo,
prima crescere, crescere
fino a occultare la fronte,
e poi cadere,
ai piedi di un paziente barbiere,
che sulla sua vita trasporta decine di vite,
a volte neppure conosciute,
ma di sfuggita sentite.
E come un solitario demiurgo di bottega,
mi balocco intanto,
tra l'una e l'altra piega,
studiando i volti
con gli occhi basaltici della natura,
per cucire sopra essi,
una perfetta acconciatura;
sono un barbiere,
odo e taglio, taglio e odo,
e leggo tra silenzi e parole,
mentre con l'arte che Dio mi infuse,
lavoro sodo.
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0 recensioni:
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- Magmatica e zeppa di spunti e riferimenti: poesia splendida, sono d'accordo con Giama, e non ci sono altre parole.

- splendida, hai detto tutto e di più e molto meglio di quanto io possa esprimere nel mio commento.
tratti veri, a volte ironici, a volte velati di una leggera commozione...
ribadisco splendida poesia!
ciao ciao

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