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Indimenticabile Lucio
Amico, il giorno anche per me
era lì imprevedibile e vigliacco ad aspettare,
di rapire il mio respiro,
e portarlo dove soltanto Dio può arrivare.
Come è profondo il mare da quassù,
siediti dinanzi alla stella,
che l'eternità mi ha assegnato a dimora,
e vivi con me cento, mille,
diecimila sere dei miracoli,
che le mie note vorranno rivelarti ancora;
ero un uomo e venivo,
venivo dal mare,
e le note erano le mie dolci lampare,
con cui esplorare il mondo policromo
di pianti e sorrisi;
la morte non si annuncia mai,
non ama concederti il respiro
per tramortire la sua pelle con domande,
e allora la sconfiggo con i suoni,
di quest'inebriante Piazza Grande,
che mi ha visto volare tra sogni musicali,
e far viaggiare
il tenace aquilone del mio pianoforte,
per mille sentieri,
e oltre mille porte.
Ti osserverò, amico,
da questo frammento scosceso di immensità,
nel vortice inquieto ma in fondo affascinante,
del nuovo anno che verrà
attento al lupo,
che ti vorrà rapire i pensieri,
facendoti essere come lui desidera,
e non come ti comandano di essere,
i tuoi sogni di oggi e di ieri;
musica, lo sai,
tu non mi basti mai,
in me batte sempre il tuo cuore,
sotto forma di granitica canzone;
non gemere,
cara matita che stai sul mio tavolino,
tu che condurmi hai saputo
fino agli approdi dolci di Itaca,
e hai dato un motore alla mia fantasia,
per assistere passare Nuvolari.
Gianni, ragazzo senza tempo di Monghidoro,
la tua amicizia era fratellanza,
e per me rilucerà sempre,
più d'ogni lingotto d'oro;
cari Stadio,
quanti concerti vissuti e sudati,
tra chitarre scalpitanti,
e il nostro incontrarsi di fiati,
per dare voce alla signora delle emozioni;
ehi, Francesco, non temere,
prenderò ancora l'autostrada insieme a te,
perchè regalarci possiamo ai nostri giorni,
un'altra indimenticabile tournee.
Pierdavide,
ultima gioia della vita mia,
spero soltanto
che il dirigerti gioioso della mia bacchetta,
possa farti spiccare il volo in tutta fretta,
verso quella celebrità che ti sai meritare,
con il tuo modo maturo di cantare;
chiudi gli occhi quando canti e così,
risentirai le mie carezze
tra le note di Nanì;
Rosalino,
non basterebbero mille diari,
per descrivere quanti treni di gioia,
abbiano viaggiato sui binari,
delle nostre vite quando si sono incontrate;
fui e sono Lucio,
e una cosa non dovrai dimenticare mai,
con la mia ugola e la mia passione,
ti ho sempre voluto,
e sempre ti vorrò
tanto bene assai.
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