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Mia Prima e Ultima

La dama danza, spezza sottile. Taglia e squarcia.
Non può far altro se non cantare, ancora e ancora
per tutte le ere del mondo, di questo mondo.
Narra dell'inizio della storia, di quell'ultima traccia
d'amore lasciato, laddove piangeva.
All'ombra di un salice piangente.

La dama danza, spezza sottile. Distrugge i filamenti
di quell'arazzo barocco su cui serpeggia l'insegna.
Quel simbolo di passato e futuro che s'intrecciano,
nel cuore che non può amare, nell'anima che non può odiare.
Narra di quando incontrò se stessa, sulle rive del lago
in quel placido giorno d'estate, dove fu e ancora è.
All'ombra di un salice piangente.

La dama danza, spezza sottile la lancia. Piange sibille.
Predizioni arcaiche, ormai dimenticate nel vuoto
di quelle dorate e sempiterne stille.
Non può far altro che narrare, ancora una volta
del mondo che vive, vive ancora e ancora.
Muore e rinasce, tante volte quante sono le vite umane
in quel luogo dove l'ho contemplata e amata.
All'ombra di un salice piangente.

La dama danza, spezza e squarcia. Un taglio sulla guancia.
Aspetta soltanto, in silenzio, quell'unico momento
di triste, angosciosa, melodiosa realtà.
Lei aspetta, il giorno che ancora non è
il momento che verrà.
Non può far altro se questo, attendere e narrare
di un esistenza passata, di una vita trascorsa.
Incapace di smettere di amare quel luogo.
Giace all'ombra di un salice piangente.

La dama danza, canta, suona. Strazia le membra di carne
dell'albero tanto amato e adorato ch'ella è solita guardare.
Non può far altro, non può opporsi alla sua natura.
Narra del destino beffardo, del demone bugiardo
della strega maledetta e del cavaliere scarlatto.
Resta al mio fianco, resta con me ancora.
All'ombra di un salice piangente.

La dama danza, mi culla e mi reca sussurri. Parole fugaci.
Ti ho contemplata, ti ho vista, spiata, amata.
Sono stato il tuo figlio prediletto e maledetto,
ti ho assecondata nei momenti d'ira e di armonia.
Io sono tuo, tuo soltanto, mia dolce semplice musa.
Tutto è iniziato con te, con me, con noi.
Quì tutto terminerà, quel giorno che verrà.
All'ombra di un salice piangente.

 

l'autore Salvatore Di Trapani ha riportato queste note sull'opera

Questa poesia rappresenta il mio inizio e la mia fine. È diametralmente opposta alla prima poesia che io abbia mai scritto. Come dire? ho iniziato così, un giorno finirò così.


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1 recensioni:

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  • Anonimo il 16/08/2013 06:12
    Molto apprezzata, complimenti.

1 commenti:

  • silvana capelli il 08/08/2012 20:43
    bella questa dama che spezza, che canta, che strazia, che poi ti culla, la tua dolce samplice musa, chissà, se terminerà proprio sotto il salice piangente, chi vive vedrà... più lontano possibile.

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