Piango perché adesso
non ricordo più come si ride,
piango perché vedo
i tuoi occhi che mi guardano,
piango perché vorrei
sentire le tue mani sul mio viso,
piango perché conosco
le offese atroci della vita.
Ho percorso chilometri di angosce
e valicato migliaia
di montagne d'ansietà,
ho creduto di trovare
in ogni donna che ho incontrato
il surrogato del senso di felicità.
Adesso vorrei darti la mano
e camminare insieme a te,
e dirti che tu sei l'unica
donna vera che ho incontrato,
non ricettacolo di false promesse
e ipocrite parole di miele trasformate in fiele,
ma dolce visione di bellezza senza età
e di tesori di virtù nascoste dentro il cuore.
Adesso, adesso vorrei portarti con me
là dove non esiste il tempo che separa
là dove non ci sono funi che ci legano,
là dove le parole sussurrate per la strada
e gli occhi grigi e freddi della gente
lasciano spazio solo allo splendore del tuo viso
e alle nostre mani che si intrecciano.
Vieni via con me,
stringimi forte a te,
lascia penetrare il
soffio del mio pianto
nell'incavo del tuo palmo,
e promettimi non strade
larghe e senza pietre
e fiori variopinti senza spine,
ma viottoli di campagna
sterrati e senza fine
dove si sente solo
il canto del pettirosso
e l'odore fresco dell'erba tagliata.