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Tra viali lapidei

Si intarsiano
come file di cavalli immobili
tombe che ora sfavillano
di esuberante arte funeraria
ora di timida umiltà sepolcrale;
ogni passo
parla con la luce discreta di un lumino,
e il pavoneggiarsi al sole
che si alterna come umore cangiante di stagioni
al disegnarsi della tristezza
di un mazzo di crisantemi.
L'occhio chiede alle lacrime
di perdersi
come parole di cui si vuol soffocare il senso
nei pozzi artesiani color oscurità
di assopite iridi
e di poter adempiere silente
la missione di leggere
tra foto incrociate di sfuggita,
desideri e sogni
saliti sul cocchio di una scia di cielo
ma poi infranti nel decomporsi prematuro
di un'età che li consegnò
alla ragnatela indifferente dell'oltretomba.
Si compone lenta e gementela
la processione avvolgente degli epitaffi,
"i tuoi cari,
tu ti sei spento alla vita,
ma ti sei illuminato nell'eternità,
regalami un sorriso tu che passi,
il giorno mi ha portato rubandoti a me,
l'ombra di un pianto che non saprò tramortire".
Insiemi di cellule,
che non compresero il grande gioco della vita,
e cellule che si illusero di comprenderlo,
germogli presto appassiti di scienza,
e voli ebbri di futuro,
stritolati da lamiere di moto,
tutti giacciono in armonica,
democratica fila,
"a' morte è na livella"
sibila la voce di Totò
dalla nuvola che ne è custode,
sempre una, sempre misteriosa,
sempre quella,
in fondo vita,
che inconsapevole si tuffa,
nella piscina di viole d'un'altra vita;
ricordi corrono a raggiungerci,
nel nostro mesto incedere,
tra viali lapidei,
per urlare che
oltre gli angusti confini dell'urna sepolcrale,
ci attende chi davvero amammo,
per un eterno, scintillante Natale.

 

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 02/04/2012 23:52
    Eh sì, ci attende uno scintillante Natale, anche se siamo appena a Pasqua!

    La tua poesia mi ha, in qualche modo, fatto venire in mente il Foscolo. Soltanto che la tua è una poesia che fa riflettere e pone domande al nostro stesso esistere, ma trova risposte di vita perché esprime speranza e positività.
    Mi colpisce la descrizione che hai fatto della realtà della morte, così apparentemente diversa, ma così comune a tutti. Alla fine, l'unica differenza sta soltanto nell'aspetto esteriore di ciò che appare, ma nella realtà interiore c'è proprio una livella.
    Secondo me, la morte è la cosa che più mette l'uomo di fronte alla sua pochezza, al suo limite umano e, quando ci penso, dico sempre che questa è una realtà indispensabile. Prova ad immaginare come sarebbe il mondo se l'uomo non morisse mai. Pensa ai ricconi, agli arroganti, ai politici che ci sfruttano e così via di seguito.
    Invece siamo tutti accomunati allo stesso modo e, per chi crede, come me, che la vita continua sarà un andare avanti inb maniera sicuramente diversa.
    Complimenti e cordialità!

3 commenti:

  • cristiano comelli il 03/04/2012 19:12
    Rendo grazie per l'attenzione di quanti si sono soffermati sulla lettura gratificandomi di commenti gravidi di sostanza e di gradevolezza. Mi sono in effetti spesso interrogato su quali fossero state le vite che erano vissute e giacevano ora riassunte in una fotografia posata su una lapide. E ho sempre concluso che comunque siano state vite che abbiano aggiunto qualcosa al mondo in cui viviamo, qualcosa per cui il mondo non resta mai lo stesso ma evolve in continuazione. E non parlo, ovviamente, soltanto di chi assurge alla notorietà ma anche delle persone vissute anonimamente ma i cui sforzi sono comunque parte dell'evoluzione del mondo. Di quanti operai che hanno costruito case, di quanti agricoltori che hanno lavorato la terra non rimembreremo neppure il nome? Tanti, tantissimi. Eppure la loro vita è stata vita. Che quei viali lapidei ci esortano a scoprire nel ricordo e a continuare, in un'ideale comunanza, nell'intento di far crescere il mondo e renderlo sempre più bello. Loro, per questo, sono in qualche modo con noi. Noi con loro. Cordialità.
  • Anonimo il 02/04/2012 23:58
    Una bella descrizione... anzi una bellissima poesia su cui riflettere soprattutto in questo periodo Pasquale.
    Bravo Cristiano, complimenti!
  • Anonimo il 02/04/2012 23:43
    Davvero una buona poesia... non aggiungo altro

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