Avrei voluto portarti la Sapienza in dono
- non sta forse a Dio la gloria
come la superbia all'uomo?-
ma una strana presenza d'acqua
confuse il mio piede,
e ora paziente m'attende alla tua porta...
È la paura che nulla debba più accadere
se sei vivo
quando giri per la stanza,
se respiri
mentre invecchi sopra i libri.
Come a rischiarare la mente accendo il fuoco,
hai freddo questa sera
e vivi il tuo dolore nuovo.
Sai, serve poco a confondere un limpido pensiero
acre fumo
e chiaro appare lungo il tuo cammino,
fossile di vetro trasparente
che come un monastero
riprende ad ogni strato antiche fondamenta,
il folle passo di una razza incerta
un uomo forse
forse un poeta.