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A la tristezza

Amarmi, t'alletta poi quanto?
In che t'entro il dì, seducente,
io che saccciar, tento, aspramente
te, dal cor mio strutto sì tanto?

D'un viver, che sento cotanto
urtato, da amor tuo cocente
non è nocuo l'esser nocente
che romper in stabile pianto.

Tu rea, ed importuna, ancor resti
nel tetro umor, me non avvezzo.
Or via, perchè non mi detesti?

E torna... l'allegro, nei mesti
scoccar, e d'inviso tuo vezzo
non trovi che ameni contesti!

 

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4 commenti:

  • Anonimo il 14/05/2012 13:58
    Un inno alla TRISTEZZA che pare spesso non abbandonare mai nessuno, proprio come l'ombra che ci segue sempre, quando il sole ci illumina. Un sonetto davvero bello che esprime alla perfezione il senso di tristezza per l'autore. Grazie per aver letto ancora le mie poesie. Buona giornata
  • Anonimo il 13/05/2012 08:35
    bellissima lirica rocco... sei gentile e premuroso... anche con la tristezza... il tuo stile è meraviglioso un abbraccio BRAVO
  • Anonimo il 11/05/2012 00:02
    Una poesia alla tristezza tua, a quella che ha scelto te, come un tabernacolo quasi, per vivere. Tu non la cacci via usando maniere cattive, ma cerchi di fargli capire che ha sbagliato casa, e allora la inviti con gentilezza e ad andarsene perchè tu non sei l'uomo giusto per lei. Il linguaggio che usi per convincerla è gentile e greve, com'è giusto che sia nei riguardi di questa signora tanto triste. ***** Franco
  • rosanna gazzaniga il 10/05/2012 23:35
    La tristezza a volte, sembra davvero un'innamorata invadente...
    molto bello questo sonetto!

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