e corvi neri stridono nel cielo
come presagi che in aria
sortono vortici coll'ali
in spire repentine e folli
e non s'ode alcun rumore intruso
dall'orecchio - intero e solitario -
se non fruscìo di grano
e l'abbaiar del cane
che col pollice ridesta temerario
e sfiora il grilletto
l'indice nervoso
l'anima ch'esplode gli carezza il cuore
la vita fugge
in quel campo di grano
in schegge nere impazzite di sole
tra il cielo azzurro e i papaveri rossi