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Burqa

Cade la rosa
e impatta sulla pelle
entrando con le spine
nella carne.
Son versi imbavagliati
che sgorgan come sangue
e nel sangue
soppressi sono stati.

Cade la perla
e impatta contro gli occhi
spaccando come tuorli
le pupille.
Qualcuno ha atteso
di intingervi il suo pane
come avvoltoio
sulle carcasse del silenzio.

Cadono i trucchi
ed imbrattan la bellezza,
lividi e morchia
a deturpare il viso.
Nessuno vede
Sotto a queste vesti
nemmeno il sangue
che e' colato ai piedi.

Ma i versi quelli si
si son salvati.
Sono volati
sulla testa dei soprusi
che con Allah
non han mangiato insieme.

Non basteranno i sassi
lanciati a lapidare
il mio corpo soccombuto
a far soccombere
e star sotto le parole.

 

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4 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Ezio Grieco il 27/05/2012 13:00
    Bravo Alessandro, la tua sensibilità, espressa in questa bella dedica, dona un... attimo di giustizia a Nadia Anjuman.
    Confesso la mia ignoranza, non la conoscevo, andrò subito a documentarmi.
    cl

4 commenti:

  • mauri huis il 20/07/2012 11:43
    Bella lirica (a parte il soccombuto che mi rimane un po' per traverso) ed ottima intenzione. Purtroppo io non trovo così strano che le religioni facciano quello che stigmatizzi. Solo orrendo. Comunque complimenti.
  • Anonimo il 05/07/2012 16:57
    Splendida dedica... anche le parole scritte mettono paura a certi uomini; se potessero bloccherebbero nelle donne persino i pensieri che per fortuna volano ovunque e rendono libere.
  • Anonimo il 27/05/2012 10:32
    Non conoscevo la storia. Bellissima dedica a questa martire dell'umanità. Grazie Alessandro. ***** Franco
  • Alessandro Moschini il 27/05/2012 09:37
    Nadia Anjuman, artista afgana, morì nel 2005 del brutale pestaggio di suo marito. Aveva 25 anni. L'unica sua colpa l'aver pubblicato le sue poesie. È incredibile come cultura, religione e leggi spesso neghino alle donne fondamentali diritti umani relegandole a volte in una condizione quasi subumana. Questa poesia è dedicata a lei.