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A Mesola

Mesola, infine sono tornato
rivedo le tue case, il castello
ed i canneti che ondeggiano al vento
come le onde marine in autunno
o i campi di grano.
Rivedo la Pensione Duo
rifiorita nel tempo
accanto il Canal Bianco
dove le rane gracidano
alla luna con affetto,
il ciliegio forte e possente
ormai scomparso come la Darda
un dì attenta ai fornelli
gli occhi tristi di pianto.
Tra le stanze mi è parso
risuonasse ancora l'affettuoso richiamo:
"Puttini, è l'ora del pranzo".
Tanti ricordi mi confondono la mente
tanti volti di amici lontani
sempre uguali, sempre vivi nel tempo,
sono cambiato io,
sono più vecchio!

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 08/06/2012 21:47
    Dobbiamo accettare il tempo che passa implacabile. Bella.

2 commenti:

  • salvatore maurici il 31/05/2012 20:10
    Sì, cara Tylit, nel nostro vissuto immaginario i luoghi che abbiamo amato sono vissuti su un piano mitico. Quei luoghi noi li rendiamo immortali perchè legati alla nostra sfera affettiva. Dopo un terremoto la città reale cambia il suo assetto architettonico e sociale, la Città Idedale continuerà a vivere così come avremmo voluto continuasse a vivere.
    Grazie
  • tylith il 31/05/2012 16:42
    Ancora un omaggio ad una città emiliana in cui mostri tutta la tua maestria di Poeta che descrive luoghi come fossero persone e la malinconia degli anni che passano sembra coinvolgere tutti i lettori, perchè su tutti noi il tempo passa e lascia i suoi segni. Solo le città sembra che, a volte, non invecchino.

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