Lo sguardo sale tremante,
dove il pensiero non osa
intonare carole di respiro,
la solitudine si nutre
dell'energia mai appassita
di una funivia impazzita di sogni,
la missione è intarsiata
tra scie impercettibili di stelle,
squarciare la pelle cobalto del cielo,
per ritornare a fare cantare,
un'essenza troppo presto dimenticata
ignorata, svergognata.
Un'ombra pedina
le mie incertezze asfissianti,
è una voce che ha scorto,
il segreto dell'imprigionarmi;
"addestrati a bere le nuvole,
per dare un colore all'impossibile,
per liberare dalla tagliola
di parole tiranniche e sanguinarie,
il libro non scritto dell'incredibile,
addestrati a bere le nuvole,
per imparare a intrecciare,
le foglie come note purissime di flauto,
ebbre di incandescenti sinfonie;
impara
a sorseggiare le nuvole,
per non togliere il saluto alla sofferenza,
perchè ti si possa rivelare,
come l'amica migliore e più fidata,
per chiamare davvero per nome
ogni traccia anche flebile di esistenza;
sia la tua mano abbastanza grande,
da percepirsi davvero piccola,
il cuore è un timido foglio bianco,
che scorgere non possa,
il tuo stilo rassegnato e stanco;
impara a gustare le nuvole,
per ascoltare i messaggi affettuosi delle favole,
perchè le nuvole ti conducono su,
fin dove puoi capire,
che non ti ha mai tradito,
nè mai ti tradirà,
il profumo della tua gioventù.