Ho sentito il tuo cuore fermarsi
e ripartire più volte
ogni volta più lento
ogni volta più spento
e il tuo respiro mancare
e ricominciare
ogni volta più lieve
ogni volta più breve.
Te ne sei andato e tornato
ripartito e ritornato
finché non sei tornato più
ma quel corpo minuto
avvolto in un bianco sudario
già non eri più tu.
Il tuo destino si era dunque compiuto
e il tuo calvario campito di strazio
mi stringeva la mente
m'opprimeva il respiro.
Ma quali colpe dovevi scontare
in questo mondo di squali
pieni di onori e fortune
che non hanno eguali?
La tua perdita fu troppo grande
per potersene consolare
il modo troppo ignobile
per poterlo accettare
e tu troppo buono
per poterti dimenticare.
Padre dolcissimo venuto dalla terra
figlio e fratello scampato alla guerra
padre, marito esemplare
e amico sincero su cui contare
non vuote parole o paludamenti
siano per te questi versi sgomenti
ma semplici carezze
preziose ruvide e rare
come quelle che tu ci regalavi
e di cui quasi, a volte, ti vergognavi.