Nacqui fantasia,
vissi invenzione,
forse poeta
della bellezza che viaggia
sulla carrozza bizzarra e sfuggevole
di una scintillante immaginazione;
quanto sentimento,
quante tracce di mai percepita nostalgia,
si celano
nel comporsi di forme compiute
di un'anonima carrozzeria.
I disegni sfrecciano
in una lingua indiavolata di vento,
la velocità, forse,
è la sola, ribelle dama
che li abbia davvero saputi amare.
Vai,
rossa, orgogliosa, immortale Ferrari,
a cantare anche la mia voce,
su piste che accolgono
un mondo che si scopre sempre oltre se stesso,
violandosi amorevole,
tra incalcolabili ritardi,
e recuperi che profumano
di sfide di miracoli.
Sentirai palpitare
quell'impronta del mio destino,
che ha adorato le tue lamiere,
fino a regalare loro
il vestito dell'identità.