A te sembravo foglia
quando d'autunno
abbandonavo il ramo
e la spirale di una caduta
mi precipitava al suolo,
ero perduta.
Stetti in attesa,
origliando l'eco del ritorno
fatto di attimi e rincorse
di silenzi stipati nei ricordi.
Mi persi
e sul precipizio che divideva,
percorsi la salita
e la pineta era lontana.
Restai seduta sulla radura
per un istante, per molti giorni,
fino a che la mano del mio domani
sfiorò la stasi
che respirò di vento
sugli occhi del destino
e fui di nuovo viva.