Incedeva ricurvo il viandante
lungo le strade della vita.
Ma in quella sera di magia
si fermò sul ciglio del viottolo.
Un sasso fu il suo trono.
mezza mela estratta dalla bisaccia
il suo regale pasto.
Fu abbracciato dalla notte.
Il suo volto si distese
nell'eternità di un sorriso.
Ed ebbe l'agognato bacio dalla luna.
Bastano i versi "il suo volto si distese nell'eternità di un sorriso" per dare un tocco di meraviglia e d'infinito a una lirica che sa d'antico.
Anonimo il 09/07/2012 22:12
Ammaliata da i tuoi versi a presto
Anonimo il 09/07/2012 14:34
Atmosfere tra il romantico e la magia. Il testo si fa ben leggere, quasi a fiaba, per un epilogo insostituibile. Ancora una volta la luna si fa bene prezioso per i poeti.
Lettura gradevolissima e apprezzata per la semplicità del linguaggio e il susseguirsi delle immagini descritte.
(al quartultimo verso, piccolo refuso (vocale)
Ciao
Aurelio
Aulica lirica scritta egregiamente. Sdolcinata, ma pregevole lirica. COmplimenti.
4 commenti:
Anonimo il 09/07/2012 20:20
Nella povertà c'è attenzione per le piccole cose... perchè non intossicati, confusi dalle inutili cose. La luna, la pioggia, il vento, il freddo e il caldo, il tramonto e l'alba, il mare al primo mattino e il mare al crepuscolo, il sorriso di un estraneo, il cibo rimediato, una bevuta condivisa, una lacrima che sfugge al più forte degli eroi...