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Il pur ganzo poeta venne umilmente a pranzo da Te

Quando T'incontrai
in quell'angolo di paradiso

dove avevi riposto il Tuo cuore in attesa di sole

attese di su
cessarono d'avere
tinte di dolore

ero entrato
nell'età della creta
dove suonano crepitando su lenzuola infiammate di bianco bronzee campane

e le Tue fresche mani agili d'argilla
scrissero
calandosi
in un connubio di cieli e di nubi
firmamenti di fiori

vennero a pranzo da noi epistolari campanule di nettare

lauti
incunaboli
fasciarono di lettere le dita anulari del tempo

sapevano
di un quaggiù già sapiente d'eterno

i nostri giorni più belli

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 09/08/2012 21:18
    La tua capacità Vincenzo, è quella di dare sempre un contenuto a quello che scrivi, e delle immagini descritte con precisione, come vederle. E non solo, sono anche musica. Ti faccio i miei sinceri complimenti. Leggere una tua poesia è sempre un piacere.

2 commenti:

  • Nicola Saracino il 13/08/2012 20:09
    "ero entrato nell'età della creta"... un brivido.
  • karen tognini il 10/08/2012 09:52
    le Tue fresche mani agili d'argilla
    scrissero
    calandosi
    in un connubio di cieli e di nubi
    firmamenti di fiori


    Versi Stupendi scritti con grande maestria e sensibilita'...

    Grande Vincenzo

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