Ero poco più di un ragazzo quando una sera mio zio (abitavo con lui e la sua famiglia) disse: "Stasera mangiamo fuori".
Mai avevamo potuto permettercelo date le ristrettezze economiche in cui vivevamo. Eravamo nel 1955/56.
La gioia mi vide correre in camera a cambiarmi.
Avevo dieci, undici anni...
Andare fuori con lo zio (che mi fece da padre tant'è vero che lo chiamavo papà...) era una cosa indescrivibile... un sogno.
Sarebbe stata la prima volta in vita mia.
E lui sorrise alla mia eccitazione.
Quando pochi minuti dopo fui pronto per "uscire" lo zio mi disse: "Dai, dammi una mano, stasera mangiamo fuori... sul terrazzo".
Il mondo mi crollò addosso per la delusione tanto che ancora oggi non trovo le parole per descriverla.
Fu una frustata in pieno viso che fece sorridere il genitore per quella che probabilmente riteneva una ironica "genialata", ma non me... che ne ho conservato l'amaro ricordo per molto tempo.