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I postumi dell'esame di maturità
Finalmente ci siamo. Dopo un inverno passato a studiare e a sognare questo posto, siamo di nuovo qui, nel nostro lungomare preferito pullulante di luci, colori, suoni. È già la metà di luglio e l'atmosfera è carica d'estate. Le mie spalle sono rosse e doloranti, reduci della prima giornata di mare. Daniela, la mia inseparabile compagna di vacanze, è nelle mie stesse condizioni. Non c'importa, abbiamo tempo per abbronzarci. Passeggiamo euforiche ridendo e facendo commenti sarcastici sui penosi tentativi delle tredicenni di acquistare qualche anni in più grazie a un paio di tacchi sui quali barcollano e una sigaretta tenuta tra le labbra con aria annoiata. Ricambiamo i sorrisi di un paio di ragazzi che ci passano accanto e io strizzo l'occhio al più carino. "Virgi, ma sei matta?" mi rimprovera la mia amica accorgendosi del mio gesto. "Ma dai! È estate" le faccio notare "e non li conosciamo, quindi chissenefrega"
"E se poi ci si attaccano?"
"Meglio, almeno ci pagano da bere" mi do un'occhiata intorno squadrando attentamente tutti i locali invitanti che ci circondano "a proposito, dove andiamo a sperperare la paghetta?"
"Dove andavamo l'anno scorso?" propone Daniela. Facciamo retro-front e raggiungiamo il locale. Il posto è pieno, ma fortunatamente riusciamo ad accaparrarci un tavolino all'aperto. Siamo entrambe raggianti. Ormai l'esame di stato è solo un lontano ricordo anche se, fino a pochi giorni fa, eravamo fuori da un'aula del liceo, con le mani sudate e la tesina sottobraccio, nell'attesa di sentire il nostro nome dalla voce del presidente della commissione. E fino a oggi pomeriggio l'esito era ancora un'incognita. Ma ormai che è andata, ed è andata bene, abbiamo il diritto, anzi no, il sacrosanto dovere di divertirci. "Ragazze, vi porto il solito?" chiede il cameriere ricordandosi di tutte le lemon soda che ci siamo scolate l'anno scorso nelle calde serate di fine agosto. Chiediamo il menu e, mente lui si allontana, gli occhi ci cadono accidentalmente-di-proposito sul suo sedere che sembra scolpito da Michelangelo. "Ha gli stessi jeans dell'anno scorso!" bisbiglio alla mia amica.
"Secondo me è voluta la cosa"
"Ma come farà a infilarseli? Sono talmente stretti che sembrano cuciti addosso"
"Avevo paura che quest'anno non ci fosse..."
"Ti pare che lo licenziano? È la loro fonte di guadagno... uno così b...!" riesco a bloccarmi in tempo prima che l'oggetto dei nostri discorsi possa cogliere qualche imbarazzante frammento di conversazione nell'appoggiarci i menu, lucidi e colorati, sopra il tavolo. Scorriamo in fretta la lista di cocktail. Accidenti, vorrei prendere tutto! La scelta è davvero ardua... Margarita? Cosmopolitan? Sex on the beach? Anche Dani è indecisa. Dopo un lungo consulto abbiamo ancora le facce contorte a forma di punto interrogativo. "Ragazze avete deciso?"
"Mmm... veramente no"
resta lì a fissarci dall'alto, con i suoi scintillanti occhi azzurri. "Non abbiamo scelto" ripeto, della serie fai-un-altro-giretto-e-poi-torna. Passano altri istanti di silenzio dopo i quali ci chiede: "Faccio io? Vi fidate di me?"
"Mah... non saprei... Dani, ci fidiamo di lui?"
"Sì... va bene..." risponde timidamente la mia amica.
"Alcolico o analcolico?"
"Alcolico!" esclamiamo in coro. Si allontana di nuovo lasciando me e Daniela molto perplesse. "Oddio Virgi, che ci metterà?"
"Boh, spero non il rum perché mi fa schifo"
"L'hai mai assaggiato?"
"Sì certo, una volta da piccola avevo visto un cioccolatino e l'avevo mangiato... non sapevo che dentro ci fosse il rum, faceva davvero schifo, ancora mi ricordo; è stata l'unica volta che ho sputato la cioccolata!"
"Quanti anni avevi?"
"Facevo l'asilo"
"Allora certo che ti ha fatto schifo quella volta, ma questo non vuol dire che... quelli sono i nostri?"
due enormi bicchieroni viola si posano sopra il tavolino. "Poi vi dico cosa ci ho messo" l'artefice di tutto ciò si allontana con un sorriso mozzafiato. Assaggiamo curiose. "Buono!" esclamo con decisione. "Davvero" Dani ne prende un'altra generosa sorsata mentre io mi infilo una patatina in bocca. Aspiro con decisione dalla cannuccia. È frizzante, fresco e sa di lampone. Scorre piacevolmente nella gola e tutto mi sembra più allegro, più brioso, più colorato. Come questo bicchiere che si sta svuotando velocemente. Afferro il bastoncino decorativo e mordo la fragola che vi era infilzata. Squisita. "Virgi, ma che fai?" Dani pare contrariata.
"Mangio la fragola, mi pare ovvio"
"Ma non è per mangiare... serve per bellezza!"
"Questo coso mi costerà un occhio della testa; la fragola la pagherò e la mangio!" provocatoriamente mordo con decisione anche l'ananas. Quest'accostamento è favoloso. Bevo ancora e sento le bollicine che mi vanno dritte al cervello. Non mi sono mai sentita così leggera. Il che non è per forza una brutta sensazione. "Adesso la foglia dove la metti!?!" il tono di Dani è un'ottava più alto del normale.
"Boh... qui" l'appoggio distrattamente sul tavolino. Guardo la mia amica succhiare allegramente dalla cannuccia con le mani appoggiate sulle orecchie e uno strano sguardo. È buffissima, sembra un elfo. Scoppio a ridere e lei mi segue, senza sapere il motivo. "Vi, mi gira la testa!" esclama Dani asciugandosi i lacrime "Però... che gusto!" un po' gira anche a me, ma sono in grado di sopportarlo, ovviamente. Coraggiosamente tiro l'ultima sorsata e... oh mio dio! Sento crescermi dentro un'assurda risata gorgogliante. Anche Dani ha svuotato il suo bicchiere e mi guarda con due occhi lucenti simili a zaffiri. "Restiamo un po' qui" dice scandendo le parole in modo esagerato. Prendo la bacchetta rosa fosforescente da dentro il bicchiere, la asciugo e la metto nella borsa. "Poi ricordami di prenderla!" esclama Dani arrotolandosi la cannuccia mordicchiata attorno al dito.
Quando il locale comincia a svuotarsi, mi rendo conto che forse è il caso di andarcene. "Aspetta!" Dani si alza dalla sedia appoggiandosi una mano sulla fronte. Mentre ci avviciniamo verso la cassa noto che il locale ondeggia. Va bene così. In effetti il locali dovrebbero ondeggiare. "Noi dobbiamo pagare" dico rivolta al barista dall'aria simpatica che è alla cassa "ma non so cosa!" rido come una pazza per l'assurdità della scena. Ci guarda per un po' con aria sconcertata, poi sorride e chiede al barista bono cosa ci ha dato. Sborsiamo sette euro a testa senza battere ciglio. "Vi gira la testa ragazze?" io e Dani ci guardiamo e, dopo qualche attimo, rispondiamo con un "nooo" biascicato.
"Facciamo due passi" suggerisce saggiamente Dani. Non mi sono mai trovata in queste situazioni, non so come gestirle. Con gesti rapidi ci accendiamo una sigaretta nella speranza che una lunga boccata possa toglierci tutta questa nebbia dalla mente. Ma non succede niente.
"Dani l'hai presa la bacchetta?"
"No!" esclama lei in preda al panico "mi sono scordata!"
"Pazienza..."
"Ma io la volevo!" urla fermandosi in mezzo al passo "cazzo! Vaffanculo, la volevo!" sbatte i piedi a terra e assume il tono lamentoso di una bambina alla quale è appena caduto il lecca lecca. La lamentela piano piano si tramuta in una risata trascinante. Tiro fuori lo specchietto dalla borsa per darmi un'occhiata. Oh! La frangetta è sparata in aria, gli occhi sono sbarrati e ho appiccicato in faccia il sorriso più stupido che si possa immaginare.
"Non mi dici niente che ho i capelli come una matta?" rimprovero la mia amica sistemandomi la frangetta alla meno peggio.
"Che ne so... pensavo che dovesse stare così" si difende Dani. In effetti non mi sta tanto male. Forse domani sera la alzo con il gel e ci vado a ballare; genere... spaziale!
In un modo o nell'altro riusciamo a inforcare le bici e a tornare a casa. Impiego un tempo infinito per infilare la chiave nella toppa. Dopo svariati tentativi riusciamo ad entrare. Dio, quest'appartamento a sessanta chilometri da casa è la nostra salvezza! Barcollando e ridendo, andiamo in bagno a prepararci per la notte.
Osservo Dani in piedi con addosso solo una t-shirt larga davanti al lavandino intenta a togliersi il trucco. Non riesce a stare ferma e continua ad aggrapparsi al portasciugamani. O forse sono io che la vedo sballottarsi insieme alla stanza.
Una volta esserci lavate e struccate, raggiungiamo la camera e crolliamo letteralmente sui materassi. "Vedi Virgi ci sono diversi tipi di ubriacature..." comincia Dani con aria da scienziata. È ridicolo che voglia fare un discorso serio in simili situazioni. Scoppio a ridere per l'ennesima volta e lei, imitandomi, prova a riprendere il discorso. "No dai, Virgi, ascolta... ci sono più tipi di ubriacature... ahahahah!!!"
"Ma sta zitta... non ti reggi nemmeno in piedi..."
"Fammi dire; ci sono più tipi di ubriacature... la nostra è quella che ci viene la... ahahahah... la risata isterica"
"Io non sono ubriaca" ribatto indignata soffocando una risatina con un colpo di tosse.
"Per fortuna... pensa se ne benevevevamo..." farfuglia prima dell'ennesima fragorosa risata.
"Spengo la luce"
"Sì"
attimo di silenzio.
"Vi!" esclama Dani preoccupata.
"Che c'è?"
"Mi gira il buio"
"Non è solo colpa nostra se siamo messe così... è quel bono che emana sostanze stupefacenti!"
"Dici che abbiamo fatto una stupidaggine a berlo tutto?"
"No... ormai siamo mature. Ufficialmente. L'ha deciso la commissione!"
"Dovremmo esserlo"
"Dici che se lo fossimo non l'avremmo fatto?"
"Forse"
credo che non lo sapremo mai. Magari ogni tanto qualche piccola pazzia si può ancora fare. Siamo solo due ragazze! Abbiamo tutta la vita per essere persone mature.
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0 recensioni:
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Daryl il 24/03/2012 01:47
È stato un tuffo nel passato... Grazie! Molto bello bravo!
- Grazie a tutti!
@Matteo: nel cocktail c'era succo di lampone, acqua tonica e vodka. Tiene conto che non eravamo del tutto sbronze, ma abbastanza allegre in più non eravamo abituate quindi sicuramente l'effetto era amplificato... che ti devo dire, io sono una brava ragazza, è stata la sbronza più grossa che mi sono presa ! (ma credo che ci andrò giù un po' più pesante dopo aver passato l'esame di diritto privato... spero a giugno ma non posso prendermela troppo grossa, altrimenti non mi ricordo niente e non riesco a scriverci un racconto )
Anonimo il 07/03/2012 17:25
Divertente, mi hai fatto rivivere un po' le emozioni del post sborn.. ehm, post esame di maturità: la sensazione di leggerezza, libertà, soddisfazione, felicità! Una domanda: ma cosa ci aveva messo poi nel cocktail?? perchè se ne basta uno per andare così fuori, voglio assolutamente la ricetta scherzo, comunque piacevole lettura
Anonimo il 06/03/2012 20:33
complimenti anche questo ben scritto...
- Questa, secondo me, è la pagina di diario più bella che hai scritto.
Anonimo il 19/08/2011 14:36
Cara Virgi, e chi potrebbe mai dubitare!?!?...è che anche se tu avessi continuato sulla strada del : "che bel sedere... e chissà quant'altro", non avresti fatto nessuna figuraccia e men che meno avresti perso la credibilità di brava ragazza.
penso che persino papà e mamma potrebbero farsi una sana risata con questi tuoi freschi racconti. E poi calcola da che pulpito ( io ) verrebbe l'eventuale predica... io che sono stato il tipico esempio di bravo ragazzo e che alla mia veneranda età mi ritrovo a scrivere racconti piccantini, come quel peperoncino che coltivo nel mio orto... ahahahah... ti restituisco l'occhiolino insieme alle battute. Ciaociao...
- Ma cosa vai a pensare?? Sono una brava ragazza io il parlare del sedere del cameriere è servito sia perché nella realtà ne abbiamo parlato e sia per sottolineare il fatto che uno così bello (non sono il sedere, lui nel complesso) emana sostanze stupefacenti e, se ci girava la testa, non era colpa nostra che avevamo esagerato nel bere. Di questo sono convinta perché una sera che eravamo andate sempre in quel locale e avevamo preso due innocentissime lemon soda, siamo tornate a casa ridendo come due pazze. La mia amica ha fatto cadere rumorosamente la bici nell'appoggiarla al muro e quando i vicini si sono affacciati, probabilmente in seguito al chiasso che stavamo facendo, lei (che solitamente è una ragazza abbastanza timida) ha detto con un tono abbastanza alto: "Cosa vuole questa cazzo di gente??" prima di tornare a ridere! Eravamo un po' schizzate anche quella sera senza aver bevuto niente di alcolico quindi...
Anonimo il 18/08/2011 18:10
Carino, fresco e spiritoso... proprio il clima del dopo esame di maturità che tutti abbiamo provato.
Quando hai iniziato a parlare del cameriere e del suo sedere chissà dove pensavo che saresti andata a parare... ahahah...
In definitiva il clima euforico dell'esame passato lo hai saputo trasmettere, quindi brava... e poi tu sai che a me l'autobiografico piace sempre. ciaociao
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