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Trucco vecchio e bacucco è un Barbatrucco
Se alle persone mostri il tuo cuore senza veli, con le sue zone d’ombra e i suoi giardini di luce, avrai messo il dito su un tasto importante accendendo la loro comprensione, e spegnendo automaticamente due tasti negativi come la competizione e la diffidenza.
Quando mise piede nello studio per me era una cliente come tante, ma non appena nel parlare prese a muovere le mani, gesticolando come spesso facciamo noi napoletani, per rendere maggiore forza alle parole, le notai…
Erano le unghie più belle e curate che avessi mai visto, senza un imperfezione, laccate con uno smalto trasparante. Mi incantai a guardarle mentre la signora tentava di spiegarmi la sua problematica:
Ha detto un testamento?
Dissi risvegliandomi da quell’attimo di torpore indotto dalle sue meravigliose mani, riallacciandomi alla sua ultima parola.
Trucco vecchio come il mondo questo, che mi aveva salvata tante volte da grandi figuracce.
Trucco vecchio e bacucco è un barbatrucco, ripeteva la mia mente ridendo, mentre il volto tentava di mantenere il contegno che da sempre mi contraddistingue.
Non resistetti oltre, dopo aver aperto una cartellina a suo nome ed averle rapidamente spiegato la normativa, i rischi ed infine la mia visione della cosa, dissi:
Lo sa che ha delle bellissime unghie?
Grazie!!! Disse lei con un ampio sorriso, che mise in evidenza una dentatura non proprio perfetta, penalizzata ancor più da un rossetto non trasfert, che le colorava i denti.
Diamoci del tu, che dici?
Disse la signora.
Certo non è un problema, a me fa piacere!
Risposi.
Ascoltami, sono unghie finte, non costano troppo, ti posso dare il telefono del centro estetico dove me le hanno applicate, durano all’incirca due mesi e fai la tua figura.
Effettivamente facevano la loro figura, era davvero belle. Le unghie lunghe mi piacevano, ma per il lavoro che facevo e per il mio hobby che era quello di scrivere, rimanevano un po’ difficili da portare. Quell’incontro mi restò nella mente e nel cuore, per me l’aspetto curato di una donna è il primo biglietto da visita.
Ho un brutto vizio, che è nato con me e credo morirà con me, quando qualcosa mi gira nella testa, lo espongo a qualsiasi persona mi venga a tiro, anche a persone che dell’argomento in questione non hanno alcun interesse. Ma chi mi vuole bene mi sopporta, e chi ancora non me ne vuole dopo le mie numerose confidenze finirà per volermene.
Perché se alle persone mostri il tuo cuore senza veli, con le sue zone d’ombra e i suoi giardini di luce, avrai messo il dito su un tasto importante, accendendo la loro comprensione, e spegnendo automaticamente due tasti negativi come la competizione e la diffidenza.
Ebbene ero in taxi, l’autista un uomo sulla settantina, che logicamente non aveva alcuna cultura ed interesse per le unghia finte, ma era gentile e sorridente, aveva le mani grosse e pochi capelli, e sul cruscotto della macchina la foto del suo nipotino.
Ok mi lancio. Pensai, deve pur passare il tempo in questo taxi.
Ed iniziai con un tono volutamente comprensivo e serio:
Che pazienza che avete voi tassisti, siete i nuovi saggi del 2006, perché solo chi ha trascorso ore ed ore in mezzo a questo caos, rimanendo calmo e non dando in escandescenze, può ritenersi un uomo saggio, da cui apprendere è imparare il mestiere di vivere.
Alle mie parole seguirono due secondi di silenzio, che concedo bloccando la mia parlantina, affinché le parole dalla mente scendano al cuore, e poi nell’uomo avvenne il miracolo, in pochi momenti mi raccontò tutta la sua vita, passando dagli anni della gioventù, alla nascita dei figli che ora erano laureati, sposati, alla nascita del suo ultimo nipotino al quale era particolarmente legato e questo lo avevo già notato. Un fiume in piena, dove non trovai nemmeno uno spazietto per parlargli delle mie unghia finte.
Intanto eravamo arrivati a destinazione, l’uomo sembrava sollevato e felice, per lo meno lui si era scaricato io no. Gli diedi un bigliettino dello studio presso il quale lavoravo, concludendo:
Di qualsiasi cosa dovesse aver bisogno, anche solo per un consiglio venga pure da me.
E così avevo finito l’opera di bene, io così le chiamo. Alle persone mi affeziono, mi piace aiutarle e quando posso mettere a disposizione la mia competenza acquisita in anni e anni di lavoro, lo faccio sempre con gioia. Salutai con affetto quel tassista simpatico e umano, e un piccolo dolore mi raggiunse il cuore, la mia razionalità accorse subito a riportami alla realtà:
La finisci cretina non mi dire che ti era affezionata, forza vai avanti cammina a lavoro su, su!
La mia razionalità è l’altra parte di me, che troppo spesso tenta di prendere il comando di questo vascello che pianta troppi fiori con l’anima, e pochi alberi con il cervello.
Ritrovai il mio sorriso, e con la mano salutai l’uomo. Conclusi il lavoro e mi recai dal parrucchiere per la solita messa in piega settimanale a cui abbino anche il manicure.
Tesoro come stai?
Era Giulia a parlare la mia manicurista, alla quale ho dato il soprannome di passerotto, perché ha gli occhi di un uccellino cucciolo.
Che smalto hai portato oggi, che colore le facciamo. Tu sei una pazza.
Aggiunse. È vero non vi ho detto che uso smalti molto sgargianti e particolari.
Rosso Fuoco!
Le risposi facendole dondolare davanti agli occhi il mio ultimo acquisto.
È bellissimo, ma dove li trovi!
Li cerco piccolina, e loro sono lì sui banconi delle profumerie che aspettano me.
Ma dimmi Giulia che ne pensi delle unghie finte.
Sono contro, soffocano l’unghia sotto, te le sconsiglio, sono d’ apparenza ma sotto l’unghia muore. A che serve apparire non è meglio essere?
E chi lo aveva pensato, forse il passerotto Giulia aveva ragione.
Dopo alcuni mesi tornò in ufficio la signora dalle belle mani e stavolta, nel parlare mi mostrò delle mani trascurate, unghia mangiate sino alla pelle, in poche parole orribili.
Aveva ragione Giulia, a che serve apparire, e preferibile essere.
Un'altra lezione di vita che di certo mi sarebbe servita. Meglio le mie unghie, colorate così come la mia fantasia del momento mi dettava, imperfette ma tanto allegre e sincere come la mia immensa voglia di vivere.
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0 recensioni:
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- ho espresso giudizi più articolati ad altre tue opere, soprattutto aforismi.
dovresti leggerli come qualsiasi altro commento, perchè ci ho comunque pensato prima di scriverli. perchè ho avuto subito una sensazione che qualcosa in quello che scrivi è sbagliato: dopo una lunga analisi l'ho capito.
- Come volevasi dimostrare.
Grazie per aver confermato le mie parole.
- guarda non ho proprio capito quello che hai detto. dev'essere la tua maestria nell'uso della punteggiatura.
- Matteo non è che non ho interesse se mi espongo è perchè cerco confronto, ma su un piano diverso dalla polemica.
- "Ho un brutto vizio, che è nato con me e credo morirà con me, quando qualcosa mi gira nella testa, lo espongo a qualsiasi persona mi venga a tiro, anche a persone che dell’argomento in questione non hanno alcun interesse".
esattamente.
- Non credo che questa sia esattamente la sezione più adatta per questo spaccato di vita e mentalità femminile anche se molto grazioso.
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