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Solo sangue dentro
Buddy non aveva nessuna malattia, nessun male incurabile, ma si sentiva così distrutto dentro che il vomito spesso sopraggiungeva e le lacrime facevano troppo spesso da compagne.
Nessuno mai si accorse di tutto ciò, quando stava tra la gente, tra gli amici o con l'amata era normale, raramente incupito o triste.
Soltanto una persona conosceva i suoi segreti e anche lei sarebbe impazzita se non l'avesse lasciato.
Caren era la sua ex donna, si amarono profondamente per anni, fino a che la follia di Buddy non fece esplodere il rapporto. Grazie a Dio rimasero buoni amici, e lei gli ripeteva sempre : "Buddy devi dispensare la tua follia a piccole dosi, non puoi farlo tutto in una volta, nessuno può neutralizzare tutto quel male assieme, contienilo per Dio."
E così lui fece sempre, nessuno poteva immaginare l'epilogo.
Era una bella giornata di sole, ci svegliammo prima dell'alba per andare a pescare e tutto prometteva bene, l'unico ritardo fu nello svegliare Buddy addormentato a bordo cesso, postumi di una sbronza, ma capitava spesso a tutti e ci facemmo una risata mentre lo prendevamo per il culo per quelle stupide mutande lerce che indossava.
La sosta al bar, durò moltissimo, Buddy spese quindici euro in tortillas: semplici alle cipolle, col prosciutto, con il formaggio. Ne andava pazzo!
Io presi da buon italiano cappuccino e croissant, sembrava più un latte macchiato che un cappuccino, ma il croissant era ottimo, almeno quello, gli altri presero tortillas e caffè pure loro. Passata una buona mezz'ora finalmente uscimmo dal locale.
Il viaggio era un po' lungo così incominciammo ad attingere dalla scorta di birre per la pescata.
Sigarette e birre, la macchina puzzava di noi, di tabacco e della birra che si appiccicava ai sedili ad ogni curva presa troppo veloce. qualcuno ogni tanto cercava riposo appoggiato ad un finestrino ma veniva svegliato rapidamente da qualche urla euforica di Buddy, "cane pazzo" lo chiamavamo era l'unica persona che conoscessi che si svegliasse dai postumi di una sbronza con ancora più voglia di spaccare tutto della notte prima.
Quando arrivammo al porticciolo, avevo il culo e la schiena fradici, mi cambiai maglietta e tutti ci sgranchimmo le gambe per qualche minuto camminando su e giù per il molo, ammirando le montagne attorno a noi che facevano da cornice al nostro magnifico lago.
Così dopo qualche istante ci mettemmo a preparare l'attrezzatura per la pesca, non che fossimo esperti pescatori, certo qualcuno di noi se la cavava abbastanza bene, ma io e Buddy andavamo più per il gusto di lanciare l'amo in acqua che per prendere un bel pesce, insomma ci facevamo tutti quei chilometri per lanciare con una stupida canna. Sovente Buddy preda dei suoi pensieri affermava che avrebbe potuto lanciare un amo dalla finestra affianco al cesso di casa sua, e come dargli torto, ma in fondo piaceva anche a lui quel rito, del viaggio in macchina e della colazione al Bar Pedro.
Quando salimmo in barca era già mattina inoltrata, seppur fossimo in estate l'aria era fresca e l'acqua era gelida, per farsi il bagno bisognava prendere una buona dose di coraggio.
Tutto procedeva per il verso giusto, ci indirizzammo verso il nostro solito posto, si pescava bene e quasi mai nessuno arrivava sin li, in quel punto il lago si faceva più stretto e si poteva nuotare facilmente da una riva all'altra senza affaticarsi troppo.
L'ora di pranzo sopraggiunse presto, panini e birre, i panini che faceva mia moglie erano i più richiesti, salsiccia, funghi e gorgonzola, erano una sua specialità.
Non passò molto dopo aver ingurgitato l'ultimo boccone, che uno dopo l'altro ci mettemmo distesi alla bene meglio a sonnecchiare un po'.
Feci sogni strani, salivo scale, non finivano mai eppure continuavo a salire, come se stessi scappando da qualcosa, forse mi raggiunse perché mi svegliai d'improvviso, cercai Buddy a tentoni di fianco a me, gli occhi mi dolevano per la luce intensa, così mi accorsi solo dopo svariati istanti che li di fianco non c'era nessuno.
Aprii gli occhi del tutto e vidi gli altri che dormivano ancora, feci una rapida esplorazione della barca con lo sguardo, ma Buddy non era più con noi.
Mi girai verso la riva più vicina e mi parve di vedere qualcosa che si addentrava nella foresta, ma in realtà non ne ero assolutamente sicuro, la vista era ancora un po' sfocata e oltretutto durò una frazione di secondo.
Così svegliai gli altri, ero un po' agitato, Buddy era pazzo su questo non c'èra mai stato dubbio, ma una cosa del genere non era mai successa, si era buttato vestito dentro quell'acqua gelida, perchè?
Anche i miei compagni non erano tranquilli per l'accaduto, così decidemmo dopo aver raccontato quello che mi sembrava aver visto, di trovare un punto abbastanza vicino alla riva per poter scendere in sicurezza, l'operazione durò un po', nelle vicinanze non c'era un posto sicuro, così salimmo ancora un po' e attraccammo vicino a dei grossi alberi che si ergevano su una piattaforma di terra un po' scoscesa che permetteva di arrampicarcisi.
Nel mentre Buddy camminava in mezzo ai boschi, i vestiti bagnati pesavano non poco, ma non se li tolse, pensò che prima o poi si sarebbero asciugati, quel maledetto senso di pesantezza al petto era tornato, come se tutta l'ansia e l'angoscia che covava dentro si fosse improvvisamente solidificata e avesse incominciato a gravare su tutti i suoi organi interni, sentiva il cuore avvizzire il respiro farsi affannoso e sentiva un desiderio irrefrenabile di piangere, lacrime solide e dolorose.
Per anni era rimasto a guardare alla tv quegli stupidi programmi di sopravvivenza, gente senza meglio da fare che farsi lasciare in qualche posto dimenticato da Dio per dare prova della loro abilità.
Spiegavano come non perdersi, come trovare da mangiare, come costruire un rifugio, come non morire assiderati o disidratati, ma insomma a Buddy ora non importava di tutte queste cose, anzi sembrava facesse apposta a trasgredire tutte le regole che la TV gli aveva sputato in faccia per anni, camminava a zig zag distratto da ogni piccola cosa, non aveva mai guardato in alto per vedere dove fosse il sole, non sapeva che ora fosse, dove stesse andando, pensava solo a come far sciogliere quel maledetto metallo arrugginito affianco al suo cuore.
La notte calò fredda sulla foresta, gli abiti si erano asciugati da un pezzo, ma faceva comunque un dannato freddo. La mente era un po' più lucida, provò ad accendere un fuoco, ma l'unica cosa di accesa erano le sue bestemmie ad ogni scintilla che non finiva sull'esca, insomma, fini col riempirsi gli abiti di fogliame e si adagiò per terra.
Mentre Buddy riposava a terra, si mise a pensare, quanti ricordi gli si facevano davanti, pensò a Caren, a come era finita, a come avesse perso tanto di quel tempo a farle capire il suo male e quando forse ci riuscì lei lo lasciò. E anche lui sapeva che Caren fece la cosa giusta, nessuno poteva convivere troppo vicino con certe cose, finivano per consumare, prima quello che ruotava attorno e solo alla alla fine il contenitore.
Si ricordò le esatte parole e l'esatto momento in cui riuscì a renderla partecipe, litigavano, come al solito, e dopo le urla le grida e gli insulti di solito facevano pace con una sana scopata rabbiosa. Ma a volte Buddy era così frustrato per quello che si portava dentro, che si rinchiudeva in se stesso e moriva dentro, attimo dopo attimo, fino a resuscitare.
Quella volta Caren gli disse : Alzati coglione, abbattersi per una stronzata del genere, stiam litigando per una stronzata non ti accorgi di quanto fai ridere, sembra che ti sia morto il padre.
Alzati coglione ripeteva, e quando Buddy riprese lucidità, alzo gli occhi, il suo viso sembrava quello di uno che muore senza rimpianti e con assoluta pace e calma rispose: Sono fortunato, ho una donna che mi ama, un lavoro decente, tanti amici che mi sostengono e mi amano, una famiglia sgangherata, ma è pur sempre una famiglia eppure il marcio che mi porto dentro è talmente grande che affossa tutto, mi fa giacere in ginocchio, sputando per via dei singhiozzi, il pavimento un mare di lacrime e bava. Sei mai stata consapevole della tua felicità eppure vederla appassire per colpa di qualcosa di così grande che non si riesce a vedere?
Io e il resto della comitiva eravamo tornati alle macchine in cerca dei cellulari per chiamare soccorsi, non sapevo bene cosa dire : Buddy era disperso o era scappato? E da cosa?.
Riuscii a convincere il vecchio catarroso dall'altra parte della cornetta che non stavo scherzando, qualcuno era scomparso davvero.
Le ricerche non incominciarono fino al giorno seguente, quella stupida regola delle ventiquattro ore dopo la scomparsa, che fottuta stronzata, ci dissanguano con le tasse e dobbiamo anche aspettare un cazzo di giorno prima che ci vengano a cercare, maledetti burocrati.
Arrivarono tantissime persone, oltre ai vari rami delle forze dell'ordine, vennero amici, familiari e anche Caren era tra loro.
Gli andai incontro, le raccontai l'accaduto, la sua risposta mi lasciò talmente abbattuto che senza accorgermene la mia mano si diresse verso il suo volto con tanta violenza da farla sanguinare.
Disse : non sono venuta per le ricerche ma per lasciare questo mazzo di fiori nel posto dove Buddy morirà, voi altri non avete capito che è andato, non c'è più né passato ne futuro, ora esiste solo lui nient'altro qui attorno.
Si asciugò il labbro mi bacio una guancia e lanciò i fiori in mezzo al fiume, andò via senza dire altro, non la rividi più.
Noi altri incominciammo ad addentrarci nel bosco, chiamando ad alta voce e seguendo le direttive del capo ricerca.
Il giorno trascorse senza nessun risultato, e così anche i giorni successivi, fino a che un bel giorno, qualcuno decise che si era speso troppo per le ricerche e che probabilmente Buddy ormai era morto, così smontarono tende e accampamento e tornarono alla loro vita.
Rimasi solo, notte dopo notte a girovagare nei boschi, alla fine trascorsi tanto di quel tempo dentro quelle fronde che a volte mi capitava di dimenticare il motivo della mia presenza, un giorno mi ritrovai su una roccia a fissare l'orizzonte, senza pensieri senza la preoccupazione di stare cercando qualcuno, li realizzai che Buddy era morto, e se non era morto fisicamente, lo era di sicuro dentro di me.
Feci l'unica cosa che mi venne in mente per commemorarlo, feci il segno della croce, Buddy non era Cristiano, io non lo ero, l'intero mondo non lo era, ma era pur sempre un bel gesto.
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