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Non ci sono più i nulla di una volta

Fisso il muro e auguro buongiorno al nulla. Quasi mi offendo quando il nulla non mi risponde ma... cosa pretendere? Non ci sono più i nulla garbati di una volta.
Afflitto e avvilito da tale pensiero, mi dirigo scalzo in cucina. Lì la tapparella è aperta. Osservo il cielo che sanguina. E osservo anche che "tapparella" è una bella parola.
Indosso qualcosa. Ma non esco.
Sullo schermo troverò qualcuno che sarà disposto ad amarmi. A dirmi "ti amo, ti ho sempre amato e morirei se mi lasciassi qui"magari con le lacrime agli occhi, dei bellissimi occhi azzurri, dei capelli perfettamente sistemati, un sorriso bianco da far paura e delle belle tette. Ignorando la probabilità del 99, 99% che quella frase ha di essere rivolta a un qualsiasi altro attore e non a me.
Allora mi guardo allo specchio e stupidamente dico "ti amo". La mia voce nel silenzio risuona terribilmente atroce, come un piatto di porcellana che si frantuma all'improvviso su un pavimento di marmo, provocando un duplice danno. E trovo quasi ironico il fatto che neanche il riflesso sporco degli atomi che mi compongono abbia il coraggio di dirmi "anch'io ti amo".
È importante capisci?-mi dico- è importante che risponda "anch'io ti amo!", quel "ti amo" è importante. Quell'"anch'io" lì, da solo, potrebbe essere rivolto a qualsiasi cosa. Tipo: "anch'io amo la pasta al sugo", probabile risposta a una domanda probabilmente fatta ore prima.
Ma, in ogni caso, perchè dovrei fidarmi delle parole del mio specchio? Ha la mi8a immagine spiaccicata su. Sarebbe come fidarsi di me. E io non mi fido di me. So che c'è sempre una parte del mio cervello che di notte medita una qualche maniera per uccidermi. Poi la mattina mi chiede perdono. È subdola. E la notte successiva ricomincia a macchinare.
Penso che, male che vada, potrò sempre far finta di essere innamorato. Innamorato del mio letto. Perchè il mio letto mi ama e lui non mi ha mai tradito. Lui. Non come lei. Lei? Lei chi? No, nessuno. Ah.
Quante lei ci sono state?
La parte del cervello che medita di uccidermi tiene il conto. Ma io l'ho perso.
Nella vita non esiste solo l'amore.
L'aria è molto più importante per esempio.
Togliendo il fatto che l'amore non esiste a prescindere perchè è solo una reazione ormonale a determinati fattori che provoca una sovrapproduzione di serotonina e quindi siamo come drogati e bla bla bla... quindi potrebbe bastare l'amicizia... ehi! Ehi! Che c'è? L'amicizia è una puttanata. Ah... ok...
Mangio qualcosa. Affetto una mela. Non sento dolore mentre vedo il mio dito sanguinare. Devo averlo confuso per una parte del frutto. Ah, le mie solite dita birichine che si travestono da frutta!
Sanguina molto. Dovrei andare in ospedale? Relazionarmi con tutta quella gente lì fuori?
È mentre ci penso che il telefono squilla. È lei. Lei? Si, ma, no! Un'altra lei. Ah.
Non mi va di rispondere. Fisso l'apparecchio. Dopo poco arriva un messaggio. Ancora lei. Lei? Quale lei? Lei, l'altra. Ah. "stasera esci? Voglio vederti. Ho bisogno di te."
Sorrido. Forse... forse... si.
Non è un "ti amo" ma per ora ci possiamo accontentare...

 

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2 commenti:

  • rosaria esposito il 16/10/2011 21:04
    il titolo non poteva non attrarre un'amante dell'ironia e del nonsense garbato e intelligente... brava!
  • roger il 16/10/2011 13:22
    buone commistioni di linguaggio, una metaletteraura di letterature(ad esempio la definizione d'amore riflettendo sulla chimica delle sensazioni), un linguaggio ironico(non ci sono più i nulla di una volta). lessico di riguardo, non notevole ma neppure appiattito su se stesso, e comunque sfuggi la banalità. Il problema è nella struttura del racconto, non si capisce bene il senso. Hai reso bene un nonsense, ma chi legge si aspetta fino alla fine una frase rivelatrice che, purtroppo, non arriva.

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