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La sveglia

"Non ha senso continuare a vivere separati". Con questa frase, Anna, una giovane donna rumena iniziava a manifestare le sue intenzioni a Giovanni, un impiegato regionale italiano. " Io vivo in un appartamento in affitto che fa schifo " continuò la donna "E tu in una villa vicino al mare, con tanto di giardino. Sono giovane e bella e tu hai passato i sessanta; ho due tette da sballo e so farti tanti giochini che ti piacciono da morire.. lo sai! Potremmo divertirci molto di più se condividessimo lo stesso tetto, non credi?
Voglio essere sincera: io non ti amo, certo non mi dispiace stare con te, ma è il senso di protezione che mi dai che mi fa parlare così. Sei un uomo più che benestante, io ho sofferto la fame e continue incertezze nel mio paese. Ho bisogno di sicurezza. Vedrai che non ti pentirai della tua scelta. Sarai invidiato da tanti e difficilmente ti dirò di no!" Era proprio lei nel sogno, la donna che aveva conosciuto il giorno prima. Era sensuale e sorridente; c'era stato uno scambio di battute, seduti a due tavoli vicini, mentre consumavano qualcosa. Un'occhiata da parte di lui forse apprezzata, aveva pensato Giovanni, sperando di rincontrarla. Si sentiva eccitato: "E se fosse un sogno premonitore?" pensava. Aspettò con ansia che fossero le quindici: l'appuntamento con la sua analista sarebbe stato più intenso del solito. Le avrebbe raccontato per filo e per segno l'episodio e poi il sogno che era rimasto perfettamente nitido nella sua mente. Sentiva il bisogno di liberare tutte quelle sensazioni e avere un parere professionale. Giovanni viveva da solo da qualche anno, molte cose non erano andate per il verso giusto. Aveva attraversato un periodo piuttosto buio, come succede a tanti del resto; ma adesso sentiva che ne stava uscendo. Era più aperto con gli altri e quindi anche con se stesso; del resto era un uomo che aveva avuto tante esperienze. Rapporti più o meno lunghi avevano segnato il suo cammino ma ad un certo punto si era reso conto di non avere costruito niente di solido, almeno dal punto di vista affettivo. La schiettezza di quella donna, in sogno, lo aveva turbato e fatto riflettere: cosa avrebbe risposto se si fosse trovato davvero in quella situazione? Dopo tutto non era così incredibile pensare ad una soluzione di comodo: lui non era più un ragazzino e andava incontro alla vecchiaia. Avrebbe potuto spassarsela ancora per un bel po' e nello stesso tempo garantire una vita migliore ad una donna meno fortunata di lui.
Ma cosa stava pensando? Era uno che credeva nelle cose vere, nei sentimenti, nelle relazioni sincere, basate su valori... però cosa gli aveva dato tutto questo?
aveva più di sessant'anni ed era solo... solo! Il dito indice pigiò il campanello del citofono e pochi secondi dopo una voce di donna lo invitò ad entrare.
Il sorriso della psicologa era percepibile già dal suo tono di voce al citofono: metteva a proprio agio predisponendo ad una seduta rilassata.
Si sedette nella comoda poltroncina e cominciò a parlare: si liberò pian piano della tensione accumulata e quando la psicoterapeuta, che lo aveva ascoltato con attenzione, stava per iniziare la sua analisi in maniera attiva... Giovanni si svegliò sul serio, trafitto dalla suoneria di una sveglia spietata che lo riportava alla realtà. Dopo un attimo si riprese e fu contento di essere sul punto di festeggiare il suo trentottesimo compleanno; si ricordò di avere una giornata piena di impegni e una cena con la sua fidanzata. "Comunque "disse tra sè e sè "Forse qualche seduta di psicoanalisi potrei anche farla!" E andò in bagno.

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8 commenti:

  • Marcello Insinna il 19/12/2011 22:34
    Molto! Ah ah ah... ciao Bianca.
  • Bianca Moretti il 18/12/2011 20:29
    Dalla tragedia annunciata alla... risata liberatoria. Parte quasi spontaneo un finale "ma vaff... ed io che pensavo..."
    Ma quanto ti diverti a buggerare il lettore con i tuoi finali spiazzanti, eh Marcello?
  • Marcello Insinna il 04/12/2011 13:55
    Dopo il sogno nel sogno ci voleva un finale ancora più... strano! Ah ah ah. In effetti si può dire che il teatro è la mia seconda casa.
  • Fernando Piazza il 04/12/2011 12:32
    Fantastico...è proprio il caso di dirlo! Ma dove le peschi 'ste trovate? Hai un talento incredibile e sei riuscito col tuo finale a trasformare in burla un racconto che sembrava destinato a sfociare nella tragedia più cupa. Tipico del... coup de théatre.
  • Marcello Insinna il 14/11/2011 14:06
    ciao Carla, ti ringrazio
  • Anonimo il 10/11/2011 10:38
    mamma mia... proprio spiazzante... ha ragione giacomo... comunque veramente bravo marcello complimenti...
  • Marcello Insinna il 08/11/2011 00:01
    ah ah ah... si in effetti è un po' spiazzante. Grazie del simpatico commento.
  • Anonimo il 07/11/2011 12:40
    Marcello... sei un diavolo. Ed io che leggevo con interesse e stavo quasi dando ragione a Giovanni... mi hai fregato per bene. Alla fine mi hai fatto pure sorridere... te possino... ahahah... ciaociao

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