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La Sogni e Comunicazioni realizza i tuoi sogni
La cosi chiamata "Sogni & Comunicazioni" era un'impresa potente del settore industriale cinematografico.
Sviluppava idee su idee in tutte i periodi dell'anno e le vendeva sul mercato al migliore offerente.
Erano aperti da poco più di un anno ma si erano fatti subito un certe nome e un certo potere nell'industria cinematografica.
Il loro slogan era:
"SOGNI & COMUNICAZIONI"
REALIZZIAMO I TUOI SOGNI
si ricercano sognatori di tutte le età.
A loro non interessavano attori, registi o operatori o semplici amicizie (che non fossero opportune),
a loro interessavano solo le idee, geniali, innovative e, ovviamente, coloro che le sfornavano, i sognatori.
Un certo Jacopo era riuscito ad avere un appuntamento.
Suonò il campanello e sali le scale con tutte le sue idee in testa.
La "Sogni & comunicazione" non voleva fogli, appunti, stracci di carta
A loro bastavano solo le idee per capire se uno era un potenziale sognatore o no.
Il discorso tutto sommato era semplice: Le idee o ce le hai o non ce le hai.
Probabilmente era questo il potenziale dell'impresa, l'occhio.
Probabilmente.
Si perché IO non ho mai capito se alla "Sogni & Comunicazione" interessavano realmente i sogni delle persone o solo le loro idee.
Jacopo entrò nell'ufficio.
Dentro c'era una scrivania tipica, con a sedere una segretaria che batteva tipicamente.
Il rumore della macchina da scrivere faceva tipicamente da colonna sonora al tipico scenario a cui stava assistendo Jacopo.
TAC TAC TAC TAC TAC TAC
Jacopo, a tempo di battitura, continuava a osserva la stanza tipica.
C'era anche una finestra, che filtrava i raggi del sole e faceva da unica luce nell'ambiente, come accade tipicamente nei film,
poi c'erano delle sedie tipiche, che invitavano Jacopo a sedersi e ad attendere il proprio turno come accade tipicamente.
Non c'è nulla da fare, tutto è tipico da quelle parti.
Jacopo aspettò il suo turno con altre 5, 6 persone che cercavano disperatamente di sembrare sognatori.
Jacopo fu l'ultimo ad essere chiamato.
Quando entrò si accorse che forse la situazione era molto, ma molto, molto più grande di lui.
Jacopo pensava che dopo aver aspettato in una stanza tipica l'avrebbe aspettato un'altra stanza tipica.
Invece Jacopo non aveva mai visto nella sua vita nulla del genere.
C'era un sedia, con attaccate centinaia di lampadine, attaccate a loro volta ad un computer e, attaccato al computer, un lungo tubo che tornava sopra la sedia con incollato un casco.
Jacopo non aveva mai visto nulla del genere.
Nemmeno io avevo mai visto nulla del genere.
Dalla penombra comparve un tizio che non aveva proprio una faccia da tipico furbone dell'industria cinematografica.
< Buongiorno> disse
<Buongiorno> rispose Jacopo
< Suppongo che Lei sia un sognatore>
< Non sarei qui, non le pare?>
Il tizio ridacchio tra sé e sé
< Bene, allora, ce lo dimostri >
Il tizio fece sedere Jacopo sulla sedia e lo attaccò al casco che era collegato al computer che, a sua volta, era collegato alle centinaia di lampadine che, secondo la Sogni e Comunicazioni, dovevano accendersi se l'idea era anche minimamente buona.
Il tizio stette in silenzio per alcuni secondi.
Anche Jacopo stette in silenzio per alcuni secondi.
I due rimasero in silenzio per alcuni secondi.
Il tizio guardava Jacopo.
Jacopo guardava il tizio.
I due rimasero a guardarsi in silenzio si guardarono per altri secondi.
Nel frattempo dei fogli stavano uscendo da una stampante che, inconsapevolmente, era attaccata dietro al computer.
Ma nessuna lampadina che s'era accesa.
< Le dispiace se me ne vado? > chiese Jacopo
< No, No, No vada pure> disse il tizio
Jacopo si tolse il casco, scese dalla sedia, usci dalla stanza non tipica lasciando il tizio che ridacchiava guardando i fogli appena stampati.
Jacopo uscii anche dalla stanza tipica, scese le scale, ed infine usci dal portone.
Probabilmente la "Sogni & Comunicazione" realizzava davvero i sogni degli altri, appunto.
Probabilmente la "Sogni & Comunicazione" realizzava davvero i sogni degli altri ma se li teneva anche per sé.
Jacopo questo forse non lo aveva capito, o forse si,
nemmeno io, come appunto dicevo poco fa, l'ho mai capito esattamente.
E mentre Jacopo era disteso sul suo letto in pigiama pensò, tra sé e sé, esattamente quello che pensai io(e quello che chiunque dovrebbe pensare specialmente dopo un incontro del genere)che
l'unico modo per realizzare i propri sogni è di svegliarsi.
SVEGLIA SOGNATORI!
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