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La fattoria

Era l'alba di una mattina di luglio. Il gallo aveva già cantato diverse volte nella fattoria Peterson. Si annunciava una giornata calda: il cielo era terso e l'aria ancora frizzantina. Fred Peterson e sua moglie Diane vivevano nella loro proprietà dedicandosi all'allevamento del bestiame e coltivando il granturco.
Avevano da poco rimesso a nuovo il corpo centrale, che era la loro abitazione, con grande forza di volontà e sacrifici economici. I loro due figli non avevano voluto saperne del lavoro in campagna e seguivano gli studi universitari in un college. Nella fattoria il lavoro era continuo: le grandi stalle da pulire, i box per i Quarter da tenere in ordine, il recinto dei maiali e il pollaio. Le giornate erano fatte di lunghe ore di lavoro e pochi svaghi, ma l'amore per la terra e l'unione che regnava tra di loro li faceva andare avanti sereni. Fred era un uomo di poche parole, dotato di un fisico robusto e di una fede incrollabile. Diane, originaria del Texas, si era trasferita in Iowa sposando Fred. Erano passati ormai vent'anni. Aveva un carattere dolce e affettuoso ma allo stesso tempo sapeva dimostrarsi decisa e ferma nelle sue idee. Era stata lei a convincere Fred che era ora di dare a quella casa un aspetto rinnovato e più fresco. Lui all'inizio aveva storto un po' il naso, legato com'era ad ogni particolare che lo riportava con la memoria ai suoi genitori. Alla fine aveva ceduto e il risultato era ottimo. Era proprio bella la casa rimessa a nuovo, e la zona davanti all'ingresso era stata arricchita con aiuole, un vialetto in pietra e un bel dondolo nella veranda. Avevano fatto colazione e subito dopo Fred si era messo al lavoro: poteva contare sull'aiuto di due giovani che svolgevano i compiti più pesanti. I due lavoranti arrivavano ogni mattina alle sette con un furgone rosso sgangherato e pieno di ammaccature; qualche parte della carrozzeria era di un altro colore e un paraurti mancava. "Ciao Jo, ehi Mich volete assaggiare le frittelle che ha fatto mia moglie? Sono insuperabili" "Grazie signor Peterson, ma ci siamo fermati da Mc Donald's e siamo satolli"
"Ok, cominciamo allora". Jo si diresse verso le stalle mentre Fred con Mich si preparava a ferrare un paio di cavalli. La temperatura si era alzata notevolmente, le galline razzolavano nel loro spazio emettendo il caratteristico "coo-cooo"; il gallo ne rincorreva qualcuna. Nel recinto i maiali si rotolavano, pigri, nel fango. Diane era rimasta in casa per sbrigare qualche faccenda e occuparsi del pranzo.
Era quasi mezzogiorno quando il postino si fermò davanti alla cassetta della posta che era all'ingresso della proprietà: Diane lo vide mentre risaliva sul suo scooter e andava via. Uscì dalla casa e andò a prendere una busta indirizzata a lei.
Il pranzo era sempre preceduto da una preghiera che Fred recitava con raccoglimento. Avevano da poco iniziato a mangiare, quando la donna disse: "Fred ho intenzione di andare a trovare i ragazzi, non li vedo da troppo tempo". Lui la guardò e con voce calma rispose: " Diane io non posso muovermi in questo momento. Il granturco è quasi maturo per il raccolto, ci sono alcune mucche che stanno per partorire, non possiamo lasciare la fattoria". "Lo so Fred, andrò io; tu riuscirai a cavartela anche senza di me per qualche giorno". Diane non era una donna di grandi pretese, ma Fred sapeva che se lei si era messa in testa di andare, sarebbe stato inutile cercare di trattenerla. C'era però qualcosa di strano nella sua espressione ma, anche se Fred lo aveva notato, non volle dargli peso. "Sei sicura?" si limitò a domandarle. Lei fece un sorriso. Ok, quando parti? Stasera alle sei con il Greyhound." "Ti accompagno con l'auto" fece lui. "Grazie Fred, ti lascio il frigo pieno."

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12 commenti:

  • Marcello Insinna il 19/12/2011 22:26
    Certo, viva le donne! Sempre!
  • Bianca Moretti il 18/12/2011 19:43
    Mi associo a quanto espresso dai vari commentatori. Un racconto ben costruito in cui nessun indizio fa presagire il finale a sorpresa.
    Complimenti all'autore (e non solo quello della lettera) che sicuramente parteggia per le donne... tanto da salvarle la vita!
  • Marcello Insinna il 04/12/2011 12:02
    Ah ah ah, si, si in effetti mi sono proprio divertito, specialmente con quella lettera... Grazie, a presto.
  • Fernando Piazza il 04/12/2011 11:58
    Dovrei essere ormai abituato ai tuoi racconti fantastici con finale a sorpresa, eppure ogni volta riesci a stupirmi. E chi se lo sarebbe aspettato un finale col botto dopo la quieta e composta descrizione di una tranquilla famiglia in una sperduta fattoria dell'Iowa? L'autore si è divertito parecchio a muovere i fili a suo piacimento sconvolgendo l'ordinario corso degli eventi. Gli sarà preso un attacco di... shining ahahah. Bravo Marcello, ben fatto!
  • Marcello Insinna il 01/12/2011 14:57
    Grazie del commento Edmond. Ho avvertito Diane solo per il gusto di vedere come si sarebbe comportata! Ah ah ah...
  • Nunzio Campanelli il 01/12/2011 12:49
    Il racconto rende bene la sconsolata atmosfera di attesa, l'ansia che opprime chi aspetta che succeda qualcosa senza che nulla accada. Sembra quasi un western di Sergio Leone. Poi, improvvisamente, l'inaspettato finale. Resta da capire perché l'autore, tra tanti, abbia scelto di avvertire la sola Diane. Bello.
  • Marcello Insinna il 29/11/2011 22:05
    Secondo me, votare abbassando il punteggio è sintomo di incapacità di espressione: sarebbe molto più gradito un commento critico che spiegasse la scelta; ma certo non si può pretendere l'impossibile. Buon divertimento!
  • luigi il 29/11/2011 08:46
    lento, meditabondo, mi piace, anche la svolta finale
  • Marcello Insinna il 28/11/2011 20:16
    I tuoi racconti sono quasi da... bere! Suscitano sempre interesse e voglia di continuare a leggere. Grazie Giacomo e a presto.
  • Anonimo il 28/11/2011 16:53
    Quello che mi colpisce dei tuoi racconti, oltre le precise descrizioni dei luoghi e dei personaggi, è la sorpresa finale. Io questi colpi di genio non li ho... immagino che la fine dei miei racconti sia nota fin quasi dall'inizio... ahahah... ciaociao, piaciuto molto.
    P. S. il Border Collie è il mio cane preferito.
  • Marcello Insinna il 26/11/2011 14:55
    Hai ragione: la mia fantasia "vede" alcune storie ambientandole negli States. Ovviamente c'è una ragione. Grazie del bel commento, spero che continuerai a seguirmi.
  • Anonimo il 26/11/2011 10:19
    ... per me ancora più bello a leggersi se tutto fosse stato ambientato nella nostra terra... sempre con quest'America! ma la tua fantasia vola lì e avrai le tu ragioni che rispetto. Ben strutturato, ben scritto, attesa dosata e quel finale con la firma " speciale "... Gradito!

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