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Mondo di mezzo

Chiudo il cancello che porta alla casa dei miei genitori. Dirigo uno sguardo furtivo verso la finestra della cucina. La luce è accesa.
Un nodo di tristezza va verso la gola e si ferma li.
Ricordo la favola di Peter Pan che leggevo da piccola, e lo stesso nodo alla gola mi assaliva quando quel bambino guardava da fuori la finestra della sua casa. Dentro la sua mamma aveva in braccio un altro bambino. Lo aveva avuto dopo che lui si era allontanato per la curiosità di guardare il mondo.
Flash back che rimanda alla mia vita di adesso e alla consapevolezza di essere rimasta incastrata nel mondo di mezzo.
Quanto mi è mancato il coraggio di esplorare fino in fondo, per paura di tornare e trovare sbarre alla finestra, e il posto vuoto occupato ;e la certezza di non poter più tornare indietro.
Il vero è che non sono mai tornata indietro, ma sono rimasta li incastrata nel mondo di mezzo con lo sguardo fuori e i piedi fermi infossati.
E come si può fare adesso, come si può uscire, adesso che i segni del tempo fanno solchi più gravi, e la spensieratezza pur paurosa della giovinezza è tramontata dentro nell'anima più densa. Come si può fare adesso.
Nel mondo di mezzo ci sono tante finestre dalle quali guardare. Tutte le luci sono accese, e sagome inconsapevoli si muovono all'interno.
Qualcuno a volte ti vede, e ogni tanto ti fa entrare. In un attimo traspare la frenesia accalorata dei giorni, dei momenti. La vita compiuta di chi non si è mai chiesto a quale mondo avrebbe voluto appartenere.
Un sogno in prestito perché il mondo non è il tuo. Torni fuori con dentro l'eco del vissuto che il tuo cuore ha assaporato.
Solitudine e paura ti assalgono furtive, mordono la gola, tolgono il respiro.
Nel mondo di mezzo si incontrano altre persone che vivono li come te, Ma la maggior parte di loro non sa dove si trova, pensa che sia non un luogo ma un tempo finito che si trasformerà in un'alternativa.
Molte di loro non sanno che non ci sarà mai un'alternativa, se non sapranno mai conoscere veramente la natura di quel mondo.
Diventano tutti amici gli abitanti del mondo di mezzo, creano famiglie finte, unite a volte da affetto vero, anche se è un affetto a scadenza in attesa della sua trasformazione.
Alcune finestre si aprono sul nostro giardino, e gli abitanti della casa guardano ad esso come ad un luogo infinito, fatto di non ruoli e funzioni, un mondo dove tutto può essere semplice e dove non esiste il lento correre del tempo in giornate tutte uguali. Ecco allora che certe case diventano prigioni mentre lo spazio appena fuori diventa infinito.
Ognuno in fondo vede ciò che gli manca per essere completo.
Giardino, o cortile, in mezzo a case dove vite vivono.
Chi non ha il coraggio di vivere veramente salta dalla finestra per camminare in quel giardino nel giardino del mondo di mezzo.
Non si sa mai come comincia, se qualcosa ti attira da fuori. O se vieni attirato tu da dentro. In quale aria le sirene si nascondano. Il limite è comunque lo stesso, il perimetro e' uno specchio.
Umanità che come tanti grilli salta da dentro a fuori da fuori a dentro.
Capita a volte che alcuni sguardi poi si incontrino e per un attimo infinito rimangano sospesi nel cielo.
O quanto è amara poi la gravità della nostra condizione umana, che fa precipitare anche i voli più leggeri, e come si sentono le botte e il freddo della terra così dura.
Qualcuno si spaventa e non si vuole più vedere. Qualcun altro si prende per mano e zoppicando ricomincia a camminare. Poi le porte si riaprono e qualcuno rientra e qualcuno resta fuori.
C'è chi scherza beffardo e si scambia i vestiti quello che era dentro ora è fuori. Chi era fuori invece è dentro.
Ma il cuore non si adatta a battere a metà e una volta che il volo ti ha sfiorato, niente è più lo stesso.
Qualcuno sa che la vita piena è solo in volo.

 

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