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Per amore di Shelley

Il fulcro del festeggiamento era il chiccoso "Gargantua", uno storico ristorante lungo i portici di Ferrara.
Dopo più di vent'anni, la quinta b del liceo linguistico Magellano, annata 1988, si dà appuntamento sotto Natale. I personaggi migliori e peggiori di quella classe sono intorno al tavolo agghindato e strabordante per le feste: Laura, la bionda più ambita della scuola, devota al botulino e al tacco dodici; Ferdinando, che, nonostante siano passati molti anni, ancora non si separa dai suoi maglioni di cashmere e dagli occhiali dalle montature eccentriche; Serena, che, a dispetto del suo nome, viaggia con ogni sorta di antidepressivo e ride a comando; Giovanni, con in mano l'Unità e un sorriso gioviale che compare timido da una barba ormai grigia; Lorenzo, che, invece, non molla il Sole Ventiquattrore e ha i soliti atteggiamenti marcati da pacche sulle spalle che usava da ragazzo; Angela, che ora dirige una televisione privata e sembra non capire quando uscire dal ruolo di lady di ferro, sempre rigida e attenta a tutto.
Si scrutano imbarazzati a scorgere con curiosità e compiacimento i segni lasciati dal tempo che ha stropicciato le loro vite borghesi ben piegate. Mentre si buttano sulle tartine colorate e ingollano prosecco ghiacciato, gli ex compagni recitano la parte di chi, nonostante i colpi bassi del destino, è riuscito bene nella vita. Basta qualche bicchiere di troppo e una risata liberatoria per far cedere le barriere.
- Le tue bambine sono assolutamente meravigliose, - dice Angela guardando le foto di Lorenzo aiutata da spessi occhiali. Il vizio di evidenziare le frasi con leziosi "assolutamente" se lo porta dietro dai tempi del liceo e ormai nessuno le fa più caso.
- Adesso sono con la mamma, ci siamo separati due anni fa. -
Cala il silenzio, si guardano con gli occhi bassi pensando a quanto Lorenzo fosse innamorato della sua Anna. Se li ricordano tutti: sempre mano nella mano, occhi negli occhi, appassionati, scalpitanti di vita. Erano una coppia invidiata, soprattutto dalle ragazze della scuola, che speravano di vivere, prima o poi, un amore come il loro.
Ferdinando toglie tutti dal disagio e racconta le difficoltà di gestire un'azienda nel periodo della crisi; Giovanni, invece, si lamenta di non riuscire a trovare lavoro. Parte un'accesa discussione politica: il classico destra contro sinistra. Si parla d'ideali, di dubbi, ci s'incazza, ci si sdegna e s'ironizza. Sembra di ritornare ai tempi dell'occupazione o degli incontri al solito bar sotto il liceo.
Serena ride con gli occhi tristi e si tocca continuamente i capelli, tutti si chiedono se è con loro.
Laura osserva il cellulare ogni due minuti e fa intendere una relazione clandestina. Ha sempre vissuto legami complicati, forse volutamente complicati. Se la ricordano tutti come l'amante di un uomo molto più grande di lei, oppure musa ispiratrice di un incompreso artista e ancora la donna misteriosa di un semi conosciuto personaggio della televisione.
Faceva tenerezza Laura, dentro l'involucro rosa shocking c'era un cuore in fermento e un'anima fragile pronta ad affrontare qualsiasi tempesta assistita solo dai sogni e dalla fantasia.
- Ve la ricordate la Danieli? - dice Serena. Il nome della professoressa d'inglese li porta ad un istante di ovattata malinconia.

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5 commenti:

  • simona bertocchi il 21/12/2011 13:59
    no ho voluto descrivere da una parte lo stereotipo della siocietà di oggi e dall'altra la poesia e la cultura che sono eterne pur andando in direzione opposta al mondo id oggi. E poi amo Shelley... chi l'ha detto che un romantico non può essere un rivoluizonario?
  • Anonimo il 21/12/2011 08:27
    Scusa... ho dimenticato il punto interrogativo... c'eri pure tu lì nel mezzo?
  • Anonimo il 21/12/2011 08:26
    A proposito, Simona. È una mia fissa, l'autobiografico... c'eri pure tu lì nel mezzo. ciaociao... auguroni
  • simona bertocchi il 20/12/2011 21:34
    grazie Giacomo un commento di un ex insegnante su un testo che narra di un insegnante è quello che chiedevo!
  • Anonimo il 20/12/2011 20:27
    Urka... quanto mi è piaciuto. Tutto... la filosofia di fondo, la storia, e per come è scritto.
    Magna cum laude... un ex insegnante come me si può pure commuovere leggendo una storia come questa. E brava Serena... aveva ragione su Shelley. Un applauso. ciaociao

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