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Una storia come tante
Era notte fonda ormai.
Lei, raggomitolata in un angolo del pavimento di quella gelida stanza, continuava a dondolarsi. Quel corpo di donna, nudo e sporco, inconsciamente si lasciava cullare dalla sua disperazione.
Era seduta lì da ore ormai.. e, a guardarla in viso pareva non provasse più nessun tipo di emozione se, a tradirla non fossero stati i suoi occhi intenti a fissare il nulla.
Nella stanza regnava il silenzio assoluto, nonostante il temporale e i vetri bagnati della finestra lasciassero intravedere le luci della città che, naturalmente, continuava a vivere infischiandone di tutto quanto accadesse tra le sue mura.
"-No... non è possibile... non può essere accaduto davvero! È soltanto un incubo, tra un po' mi sveglierò e resterà soltanto un brutto sogno"!
Continuava a ripetersi.
Un lampo improvvisamente illuminò la stanza per pochi istanti, si guardò intorno e fu allora che cominciò a realizzare quanto accadde qualche ora prima. Fissò il letto e le fu inevitabile rivivere ancora una volta quegli attimi terribili e di nuovo si ritrovò a dover subire le morbose angherie di colui che un tempo fu il suo primo ed unico amore.
Era stata chiarissima nel dirgli che era stanca di essere la sua "bambolina", pronta all'uso
ogni qualvolta ne avvertisse l'urgenza e la voglia! Era una donna ed aveva necessità di essere desiderata per amore e non per bisogno, ma questo lui lo aveva dimenticato da tempo ormai e lei, aveva deciso di non dargliela più vinta.
"No.. ho detto di no... NON VOGLIO"! Gridò.
Quelle parole morirono sulle sue labbra sanguinanti, così come per l'ennesima volta il lei morì la dignità di donna..
Ogni volta che tentava di opporsi anche solo al suo pensiero, lui reagiva nel solito modo, picchiandola selvaggiamente.
La prima volta fu per sbaglio, disse, ma fu soltanto l'inizio.
La picchiò in viso e le spaccò il labbro superiore con l'anello, quel "suggello d'amore "che custodiva quella formula che lei cominciò ad odiare: nel bene e nel male, nella buona e cattiva sorte, finchè morte non ci separi"!
Mentre ripeteva senza sosta nella sua mente quel giuramento, lui, dopo averla picchiata, la prese e trascinandola per i capelli, la scaraventò sul letto e sopraffatto dall'ira, abusò di quel corpo già sottomesso al suo.
Restò in silenzio per tutto il tempo, trattenendo persino le lacrime...
Si convinse che se lo avesse lasciato fare, tutto sarebbe finito presto..
Le girava la testa, quella violenza la fece sanguinare e tutto quello " schifo" la fece vomitare.
Ma questo non servì a dissuaderlo dal continuare...
Il piacere era tutto ciò che bramava il suo istinto animale.
Distolse lo sguardo e per un solo attimo fissò la specchiera in fondo al letto e vide riflessa la scena : un uomo deflorava una donna. Si rese conto solo allora di esser lei quella donna.
Allungò la mano sul comodino in cerca di un qualsiasi oggetto che potesse aiutarla a liberarsi di quel mostro.
Impugnò il tagliacarte d'argento con il manico in ebano e lo affondò violentemente nelle carni sbronze di sadico piacere, del suo aguzzino.
Un colpo deciso, secco e sul suo viso una leggera smorfia di dolore immediatamente cancellata da un ghigno seguito da una sola parola : PUTTANA...
Si accasciò sul fianco, immobile, lo sguardo vitreo e dalla bocca un rivolo di sangue a segnarli il mento.
Lei scappò via da quel letto terrorizzata all'idea che lui potesse riprendersi da un momento all'altro e allora per lei sarebbe stata la fine.
Si sedette sul pavimento freddo e poi il buio...
"Signora, mi dia la mano si tiri su e si si copra pure. È gelata, poi, con calma mi racconterà i fatti."
Fissò negli occhi l'agente e piangendo disse:
"È mia, è tutta colpa mia... Se solo io lo avessi lasciato fare"!
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0 recensioni:
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- Ho avuto i brividi leggendo la storia... È veramente bellissima e scrivi benissimo! Mi ha catturato molto... È stato un piacere leggerla!
- La società dovrebbe castrare uomini simili, prima che si sposino e non costringere donne ad umiliazioni tali.
Lucia il 20/12/2011 17:16
mercì... io ci metto tutto l'impegno, ma, spesso al mio occhio clinico sfuggono... farò più attenzione. Grazie ancora!!
Anonimo il 20/12/2011 17:12
Non sono un addetto ai lavori, però, almeno credo, certi refusi potrebbero essere evitati per migliore uno scritto tutto qui.
Ad esempio, te ne evidenzio uno "volta il lei morì la dignità". Dovrebbe essere "in", fermo restando che il racconto m'è piaciuto e hai un'ottima capacità d'introspezione
Lucia il 20/12/2011 16:27
@antonio Giuffrè... Grazie... mi pare di capire che tu sia un addetto ai lavori.. Bene mi fa piacere.. sempre aperta ad ogni tipo di critica, perchè aiuta a crescere e a comprendere gli errori.. Io, l'ho letto e riletto, ma davvero nn riesco ad individuarli sti refusi... il mio deficit di convergenza oculare dà di questi problemi!! Ancora grazie a tutti!!
Anonimo il 20/12/2011 15:00
Approvo il commento di Giacomo che s'è attenuto ai contenuti, che sono forti e descritti con grande umanità. Non approvo chi invece sostiene ch'è scritto bene, ci sono molti refusi e una punteggiatura discutibile
- Molto bella, mi ha coinvolto fino all'ultima parola.. Che schifezza, dove è capace di arrivare l'uomo.. che coraggio nel viver questo dolore. Un abbraccio, stupenda!
- Brava: io leggo raramente i racconti, ma tu hai tutte le carte in regola per essere una vera scrittrice. Complimenti.
Anonimo il 20/12/2011 14:10
Beh... un racconto che prende lo stomaco e che forse fa un effetto diverso a seconda del lettore. Posso assicurati che ad un maschio fa tanta rabbia leggere queste cose... brava tu a denunciarle con un bel racconto. Ciaociao
Lucia il 20/12/2011 13:32
RAGAZZI!! ma siete gentilissimi e tanti!! Come dirvi ancora grazie per i vostri commenti!! Per me nn c'è soddisfazione più grande!!!
- Lucia questa storia mi ha proprio emozionato, scrivi benissimo, una lettura che scorre, mentre leggevo riuscivo a visualizzare le immagini e questo accade solo quando l'autore scrive così bene da riuscire a catturare l'attenzione del lettore.. Bravissima!.. E la chiusura.. e pensare purtroppo che al mondo storie come queste sono ancora reali... ancora complimenti!
- ma scrivi proprio bene... sono affascinato... la frase finale è profonda.. sentirsi in colpa senza averne... deve essere proprio un'esperienza terribile..
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