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Il povero Re Magio
In un regno delle Indie c'era un re molto buono, che viveva felice seppur povero, condividendo così la sua sorte con quella dei suoi sudditi e le sue sei mogli.
Era una notte qualunque, o almeno così sembrava, una sola stella con una bella coda dominava la volta dello scuro manto.
Non si sa bene, se da desto o in sogno un Angelo bellissimo al Re Magio apparve e gli parlò:
- Aliman, alzati e cammina seguendo quella Cometa!
Spaventato il Re Magio:
- Chi sei?
L'Angelo:
- Sono un Angelo inviato dal tuo e mio Signore!
Il Re Magio:
- E bé! Perché dovrei seguire quella Cometa?
L'Angelo:
- Fra non molto in una terra alquanto lontana, a Betlemme nascerà un Bimbo, che si chiamerà Gesù.
Il Re Magio:
- E per un bambino io dovrei andare così lontano?
L'Angelo:
- Non è un bambino qualunque, ma è Gesù Bambino, il Salvatore.
Il Re Magio:
- Mi dispiace, ma io non capisco!
L'Angelo:
- Già altri Tre Re hanno intrapreso il cammino per onorarlo, portandogli doni molto significativi.
Il Re Magio:
- Ma io non ho nulla da poter regalare!
L'Angelo:
- Il tuo cuore puro e la tua anima pia ti sembrano poco?
Così convinto s'alza, si veste, avverte le sue mogli, sale in groppa al suo dromedario e alza gli occhi al cielo. La stella con la bella coda scintillante era ancora lì ad aspettarlo.
Il cammino fu lungo e tortuoso, come unici compagni di viaggio aveva il suo fedele dromedario e quella Cometa, che da lassù sembrava sorridergli incoraggiandolo.
Prima di arrivare a Betlemme fu avvistato dalle guardie del re del luogo e avvicinato.
Una delle guardie:
- Chi sei straniero?
Il Re Magio:
- Sono Aliman, re di una lontana terra delle Indie.
La stessa guardia:
- E come mai sei qui?
Il Re Magio:
- Seguo quella Cometa lassù!
La seconda guardia:
- Sappiamo di quella Cometa, prima di te altri Tre Re l'hanno seguita, quindi anche tu sei diretto allo stesso luogo?
Il Re Magio:
- Si! Ma non so esattamente dove.
Aliman fu portato al cospetto di Erode, il quale lo lasciò proseguire a condizione che al ritorno si fermasse da lui e gli dicesse dove si trova il Bambino Prodigioso, detto anche il Principe dell'Amore e futuro Re, che gli doveva appunto soffiare il trono. Aliman facendo un cenno con la testa, che non era né si né no potette continuare il suo viaggio a cavallo del suo dromedario ed in compagnia della Cometa, sua fedele guida.
Durante una sosta notturna, il solito Angelo gli apparve e le disse:
- Non fidarti di Erode, anima immonda, al tuo ritorno cerca di evitare le sue guardie ed il suo palazzo.
Il Re Magio:
- Perché? Non capisco!
L'Angelo:
- Vuole uccidere il Bimbo.
A queste parole Aliman promise all'Angelo di attenersi alle sue istruzioni.
Era già notte quando la Cometa, ancora più lucente di prima e con la sua coda sfavillante si fermò. Lì per lì Aliman non capiva, era sopra una grotta alquanto buia. Curioso, ma anche spinto da una forza sconosciuta, s'avvicinò alla capanna, c'erano fuori già dei pastori.
S'avvicinò ad uno e chiese:
- Perché siete qui?
Il pastore:
- nato è in quella grotta il Nostro Salvatore, siamo venuti a rendergli omaggio.
Aliman entrò quindi nella grotta, salutò garbatamente Giuseppe e Maria avvicinandosi al Bambinello; ai suoi piedini nudi giacevano i doni dei Magi che l'avevano preceduto.
Il Re Magio:
- Sono Aliman, sono qui per renderti omaggio, ma non ho nulla da regalarti.
Gesù Bambino alzò il braccino e sorridendo lo benedisse.
Aliman cadde e spirò, la sua anima staccandosi dal soma, prima di prendere il volo eterno, si trasformò in una luce soffusa rischiarando la grotta.
Questo fu il suo dono, gradito da Gesù allo stesso modo dell'oro, incenso e mirra.
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