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La bambina del fiume
Un uomo triste se ne stava seduto sulla riva del fiume, si avvicinò a lui una bimba dal sorriso radioso e gli chiese:
"Cosa ci fai qui tutto solo?"
"Il fiume ha portato via la mia casa e la mia famiglia.." Rispose senza voltarsi a guardarla negli occhi. "E adesso aspetto che porti via anche me.."
La pioggia insistente e combattiva di quel ventidue novembre per alcuni era soltanto un brutto ricordo, una disgrazia caduta su altri, ma non su di loro. Per lui invece era la mano del diavolo.. come soleva chiamarla. Per colpa sua, era rimasto solo.. senza un tetto, senza una spalla su cui piangere.. senza i suoi figli da coccolare.
Rifletteva su tutto ciò senza curarsi della minuscola figura che gli si era materializzata accanto.
"Ho perso anche io tutto.." Sentì dire alle sue spalle, si voltò, ma non vide nessuno.. la bimba dalle lunghe trecce bionde, era sparita.
L'uomo si alzò da quella fredda pietra scelta come rifugio per i suoi pensieri e girò in lungo e in largo per cercarla.
"Dove sei?" Urlava "Non mi hai neanche detto il tuo nome!"
Passarono giorni, ma della bambina non c'era traccia..
Si era ormai quasi convinto di averla solo immaginata, quando una sera, la rivide di spalle, intenta a seguire in equilibrio il perimetro del fiume..
"Ehi!" La chiamò.
Lei non si voltò e continuò il suo folle gioco.
"Così facendo ti farai male, scendi da quel muretto, è pericoloso!" Neanche in quel momento udì risposta e preso da un forte istinto paterno, corse da lei..
Solo a quel punto, la vide voltarsi e sorridere come la prima volta che l'aveva vista in quello stesso posto.
"Loro stanno bene.."
"Loro chi?" Si sorprese a chiedere non curandosi di quanto potesse essere priva di senso quella frase.
"Loro stanno bene." Ripeté, come se fosse ovvio riuscire a capire di chi stesse parlando.
"Tu chi sei?"
"Ho perso tutto anch'io.."
La bambina scese dal muretto e si voltò per andarsene..
"No aspetta, dimmi almeno il tuo nome."
La piccola gli indicò un punto lontano dall'altra parte della strada e quando si girò per chiederle spiegazioni, lei non c'era più..
Non l'aveva sentita muoversi, ma non poteva essersi semplicemente smaterializzata, non era affatto possibile..
Io non credo ai fantasmi.. ma allora lei chi è?
Per giorni la incontrò ovunque..
Le non mi segue.. è come se sapesse già dove ho intenzione di andare..
Avrebbe voluto parlarne con qualcuno, ma tutti, in quella provincia messa in ginocchio dall'alluvione, erano intenti a spalare fango e detriti.. tutti tranne lui che correva dietro stupide fantasie per sfuggire al dolore che provava nel ripensare alla sua vita distrutta..
Si guardò intorno, spaesato e fu allora che capì. Il punto indicato dalla bambina era quello in cui si trovavano i resti della sua casa.
C'è ancora tanto lavoro da fare ed io non posso continuare così. Tutti hanno perso qualcosa e tutti, tranne me, stanno cooperando per riportare alla luce il nostro paese. Adesso tocca a me."
Scelse una delle zone più dilaniate del paese, il punto in cui una frana aveva spazzato la sua casa, e portato con sé sua moglie e i loro due bambini. I loro corpi, erano stati trovati in giardino mentre a distanza di giorni, nessuno aveva trovato il corpo della donna che amava più della sua stessa vita.
Ti troverò io amore mio. Te lo prometto."
Scavò quasi senza sosta per due giorni e due notti.. interrompendosi solo quando riteneva di non poterne fare a meno.
Fu allora che la rivide, la bimba del fiume..
"Ciao.."
"Ciao piccola, è bello rivederti.."
"Io sono sempre stata qui.. e anche loro.."
"Loro chi?"
"Tu lo sai.."
Aveva lasciato sua moglie e i suoi figli a letto, la mattina del ventidue novembre e in tutto il paese, mancavano altre tre persone oltre sua moglie.
"Loro sono qui.."
"Non ho tempo per giocare con te.. ragazzina." Saltò su l'uomo.. stanco per il dolore e la fatica. Riprese fiato e si accinse a ricominciare i suoi scavi.
"No! Lì no!"
"Lasciami lavorare!"
"Si, ma non lì! Fa presto!"
Infuriato, colpì più forte il fango e la terra e qualcosa di metallico lo fece trasalire.
Perplesso, guardò la bambina che ormai da giorni lo tormentava e tanto per cambiare, lei era sparita..
Non la rivide più.. ma ciò che si presentò poco dopo d'innanzi ai suoi occhi, fu di gran lunga più emozionante..
Mise da parte il suo arnese e continuò a scavare con le mani..
Ecco cos'era!
Quello strano suono metallico, proveniva da un antico mobile in legno e ferro battuto, regalato alla moglie per il loro secondo anniversario di matrimonio.
Continuò a pulirlo alla meno peggio.. ma i suoi occhi vagavano altrove..
"Amore mio!" Lo urlò con quanto fiato aveva in gola e s'inginocchiò accanto a lei impietrito e sconvolto.. non riusciva neanche a piangere, sapeva di non avere possibilità di trovarla viva, però il suo cuore continuava a sperare di rivederla sorridere.
Le toccò il grembo, noncurante del fango rossastro intorno a lei..
"La nostra bambina.. i nostri bambini.. proteggili tu, non lasciarli mai soli.. io vi raggiungerò presto.."
Osservava con atroce sofferenza quel corpo freddo e inerme disteso accanto a lui.. coperto di fango e a mala pena riconoscibile.. teneva una mano piegata in modo innaturale all'indietro e l'altra indicava qualcosa alla parete opposta della stanza..
"Perché mi hai lasciato qui amore mio? Perché non mi avete portato con voi?"
Fu in quel momento che si rese conto di udire come un lamento in quella che un tempo era stata la loro camera da letto.. il muro si era piegato su se stesso come un foglio di carta stropicciata e dovette aggrapparsi a tutto ciò che trovava per non cadere..
Qualcuno lì fuori lo implorava..
"Esci da lì dentro.. è pericoloso! Sta per crollare tutto!"
Lui non li sentiva neanche..
La disperazione gli cresceva dentro come quel fiume in piena che aveva allagato la sua casa e il dolore si abbatteva con violenza su di lui come quella frana sulla sua famiglia.
"La culla.. i giochi che avrebbe dovuto usare la nostra piccolina.. quanto l'abbiamo desiderata una femminuccia.. mi dicevi sempre di amare i nostri figli così tanto da volergli regalare una sorellina.. perché una donna avrebbe potuto aiutarli quando tu non ci saresti stata più.. che pensieri strani che avevi amore mio.. adesso che il destino vi ha portati tutti via da me, come farò io senza di voi? Sono un uomo perso.. vorrei che questa casa crollasse adesso, per riportarmi da voi.. "
Le lacrime gli rigavano il viso senza sosta e i lamenti ricominciarono sommessi..
Si voltò di nuovo verso la montagna di cemento e mattoni e si guardò intorno..
Sei pazzo caro mio..
Presto i lamenti diventarono un pianto ininterrotto..
"Siamo soli io e te vita mia, ma allora perché sento piangere?
Il cuore di sua moglie non batteva più.. ne era certo.
"Basta cercare! Esci adesso!"
Si spostò a fatica in quel caos innaturale e si trovò ad osservare quel mobile antico.. chiuse gli occhi e un lieve sorriso accarezzò le sue labbra ripensando a quell'anniversario; tutto era stato perfetto..
Non è il momento di ricordare adesso..
Si sentiva sfinito, ma raccolse comunque le sue ultime forze rimanenti e cercò di spostare quel mobile.. e non appena ci riuscì, per poco non svenne..
Al riparo dalla frana e dal fango, avvolta in un maglioncino di lana, c'era una neonata ancora sporca di sangue e placenta.. il suo cordone ombelicale era stato tagliato maldestramente ma lei era viva.. respirava ancora..
La prese tra le braccia e la strinse a sé mentre le lacrime cadevano copiose sul suo viso..
"Angela.. il tuo nome sarà Angela.. perché è stato un angelo a farci incontrare.."
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