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Tre dubbi

Entrai in quel bistrot, all'ingresso del quartiere latino, con tre dubbi fra le mani. Uno lo regalai al pianista e fu subito canzone di rondini e giallo intenso. Non ero certo di trovarla lì, anche se al telefono mi sembrò donna che gioca tutto in un colpo solo sperando di perdere, persuasa che vincere non è realizzare un sogno ma smettere di sognarlo. Con l'altro dubbio volli pagarmi i due Pernod che portai al tavolo in angolo, con la Senna alla finestra. Sul candeliere-bottiglia, sopra il foulard rosso, la cera colava e lentamente si induriva. Ritmo della vita attorno, misura di emozioni impilate come scatole cinesi, stella di fantasie disegnate ad ombre grigie sui muri rosa. Lei entrò, mi riconobbe e rise forte. Probabilmente vide scivolare dalla tasca destra bucata della giacca, il terzo dubbio.

 

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6 commenti:

  • mauro crisante il 09/01/2007 23:59
    bellissima prosa, prevert come maestro? mi sono emozionato tantissimo.
    grazie
  • LAURA B. il 09/01/2007 00:27
    atmosfera coinvolgente, fumosa e intrigante... prosa sublime.
  • Duccio Monfardini il 08/01/2007 14:49
    Bellissima, mi hai fatto emozionare. Giuro. Se l'avesse scritta un grande nome ne parleremmo per 100 anni. Complimenti, davvero.
  • alberto accorsi il 07/01/2007 21:55
    Delizioso. Prosa d'arte, poesia in prosa.