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Kafkiana
Drin, drin, drin...
- Sto arrivando... smettetela di suonare!
Drin, drin, drin...
- Un momento, perdiana! Ho aperto, non vede? La smetta dunque.
- Va bene, smetto... voglio essere gentile, oggi.
- Chi è lei, cosa vuole?
- Mi faccia entrare, l'attrezzatura pesa maledettamente.
- Cosa vuole da me, cos'è tutta quella ferraglia?
- Non mi va di discuterne qui sulla soglia.
- Entri, allora, basta che si spieghi.
- Dove posso posarla?
- La metta dove vuole... no, la metta là, attento a non sporcarmi il tappeto!
- Ci sto attento, non si preoccupi. Sono un professionista... io!
- Adesso che ha sistemato la sua roba, vuole spiegarsi alla buon'ora!
- Lei è il signor Clovis Guardabuoi?
- Nemmeno per sogno... non ha letto la targhetta sul campanello?
- Non le leggo mai, potrebbero non dire la verità.
- Questa è bella! Perché non dovrebbero dire la verità?
- Le persone a volte hanno dei segreti da nascondere, caro signor Guardabuoi.
- Mi chiamo Rossi... Enrico Rossi... e non ho segreti di nessun genere. Per chi mi prende?
- Lo vede... si sta arrabbiando. Abbiamo degli scheletri nell'armadio, forse?
- Piantiamola una buona volta con questa storia. Le dico che mi chiamo Rossi e voglio sapere cosa vuole da me, subito!
- Dovrebbe saperlo, non è lei che ha chiamato?
- Chiamato chi? Per che cosa?
- La F. K. D. per un lavoretto urgente. E io mi sono precipitato, trascurando altri impegni. Non è contento?
- Mi faccia capire... io le ho telefonato di venire a casa mia?
- Non è precisamente così... lei ha telefonato alla sede centrale e loro hanno avvisato me di venire qua.
- E chi l'avrebbe avvisato?
- Ah, questo non lo so. Facciamo tutto per telefono. Io quelli della sede non li ho mai visti.
- Ci sarà stato un equivoco, uno sbaglio di persona... io non ho chiamato nessuno di questa fantomatica sede centrale.
- Questo lo dice lei... io ho un nominativo, un indirizzo e quindi devo procedere.
- A far cosa?
- La disinfestazione! Non vede qui, la scritta che ho sulla tuta... avrebbe dovuto capirlo da un bel pezzo.
- Se lei pensa che io mi metta a guardare le scritte sulle tute delle persone che entrano in casa mia è matto!
- Perché? Entrano spesso persone in tuta, qui da lei?
- Si fa per dire. Insomma, non si attacchi a tutte le parole che dico! Ah, ecco! Che cos'è quello del disegno... uno scarafaggio?
- Cosa voleva che ci fosse disegnato? Un rinoceronte? Uno che fa disinfestazione porta disegnato sulla tuta uno scarafaggio, non le pare?
- E il nome della ditta... che vuol dire?
- Franz Kafka Disinfestazioni... F. K. D. Contento? 'sto Kafka deve essere il titolare della ditta.
- Ma cosa dice? Kafka è morto da anni!
- Ci saranno i figli, i parenti, allora!
- Ma non capisce? È un'allusione al fatto che Franz Kafka, che era uno scrittore, ha scritto un racconto che parla di uno scarafaggio. Si intitola "La metamorfosi".
- Mah! Ognuno ha i suoi gusti. Io li ammazzo... non ci scrivo racconti sopra! Però è istruito lei!
- Grazie. Comunque non ho ordinato nessuna disinfestazione, perciò prenda tutta la sua attrezzatura e se ne vada. Non ho tempo da perdere, io!
- Senta, le propongo un affare. Visto che ormai sono qui, le faccio il lavoro a metà prezzo. Le va?
- Nemmeno per sogno! Non ci sono scarafaggi in casa mia. Se ne vada al più presto!
- Gli scarafaggi sono ovunque, solo che non si fanno vedere tanto facilmente.
- Non è possibile, Ho la vista buona, io!
- Anche di notte, col buio pesto?
- Lei dice?
- Mi creda, è impossibile che non ci sia qualcuna di quelle bestiole, qui da lei. Sono molto timide, si acquattano, restano nascoste e immobili in cucina, nel bagno, sotto ai lavelli... poi, a notte fonda, quando tutti dormono, se ne vanno in giro per la casa.
- È bravo, lei, nel suo mestiere! È da tanto che lavora in questo settore?
- Solo da un mese, ma ho imparato in fretta!
- E prima cosa faceva?
- Lavoravo in una ditta di costruzioni.
- Come mai ha lasciato la ditta?
- È lei che ha lasciato me.
- Licenziato?
- No, l'impresa ha chiuso perché il titolare si è sparato alla tempia.
- Come mai?
- Insolvenza, debiti... sa come vanno le cose, oggigiorno.
- Capisco.
- Allora, se ha capito... la facciamo o no questa disinfestazione? Con trenta euro se la cava e di scarafaggi non ce ne sarà più traccia in questa casa.
- Va bene, mi ha convinto. Facciamo questa benedetta disinfestazione.
- Ha preso la decisione giusta, vedrà che risultato! Adesso andiamo di là a preparare.
- La seguo... voglio vedere come fa... se non è pericoloso?
- Uso un prodotto che ammazza solo gli insetti. Lei è un insetto?
- Ma cosa dice... un insetto? Le sembro un insetto?
- Quello che sembra a me non conta. Lei come si sente dentro?
- La smetta di fare domande cretine e proceda con questa benedetta disinfestazione!
- Però dopo non si lamenti che non l'ho avvertito... ecco fatto! Sono pronto.
- Ma che fa? Perché mi punta addosso quello spruzzatore... no, no... è impazzito? La smetta... mi manca il respiro...
- Ancora un po' di gas... ecco, dovrebbe bastare... fra trenta secondi lei è belle che morto stecchito.
Enrico Rossi si porta le mani alla gola e cade a terra, rantola, si dibatte. Con l'ultimo fiato che gli rimane riesce a mormorare:
- Per... ché?
- Quello che si è sparato era mio padre. Il direttore della banca con cui lavorava da vent'anni gli aveva revocato il fido. Il bancario si chiama Rossi.. Enrico Rossi. Mi dispiace solo che non possa vederlo ora, mentre annaspa come uno scarafaggio che sta per morire.
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