"Briasco" - disse severo il capo Commissario - "voglio sperare che stasera alla serata di gala indossi il cravattino".
E senza darmi possibilità di replica si voltò e se ne andò-
Da parte mia devo dire che sono sempre stato un po' ribelle alle regole di bordo che, per noi orchestrali (sott'ufficiali non riconosciuti), erano abbastanza restrittive.
Finito il "servizio" si sarebbe dovuti rientrare nei propri alloggi per uscirne solo per brevi passeggiate dove non esista contatto coi passeggeri, specie se femminili.
Quello era una riserva di caccia riservato ai soli ufficiali, regola non scritta, ma risaputa da tutti e su tutte le navi da crociera.
Da quel momento il mio punto di ritrovo diventò il salone delle feste dove capeggiava la pedana dell'orchestra proprio di fronte al bar fornito di tutto punto e... ottima osservazione di caccia per le numerosissime giovani donne in attesa d'essere corteggiate.
La divisa per noi orchestrali consisteva in pantaloni grigi e giacca blu per le serate normali, mentre per le serate di gala era obbligo lo smoking grigio con cravattino (farfallina).
Quella sera, dopo essermi preparato di tutto punto salii verso il mio posto di "lavoro" con uno strano sorriso che presagiva nulla di buono.
Quando il capo Commissario fece il suo ingresso nella sala da ballo il suo primo sguardo fu naturalmente rivolto nella mia direzione e poco mancò che schiumò rabbia dalla bocca quando vide che sì che indossavo lo smoking, come da regolamento, ma il cravattino era sulla pelle nuda, senza cioè la camicia.
L'indomani, chiamato nell'ufficio dell'ufficiale per giustificarmi, feci leva sul fatto che come artista non sono tenuto alle strette regolamentazioni marinare se non contrarie al buon senso e alla buona creanza.
E dopo che fui allontanato dal mio capo-orchestra che continuò a difendere la mia posizione, ritornai raggiante dai miei colleghi ansiosi di sapere il risultato dell'incontro.