username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

La storia di Maria e Michele

Ciao voglio raccontarvi la storia vissuta di una coppia di marito e moglie, magari non diversa da molte altre, ma dal momento che è questa che conosco, e che mi sta molto a cuore ho deciso di raccontarvela, beh stiamo parlando di mio Padre e mia Madre.

Un bambino molto vivace e intelligente, ha frequentato dalla prima sino alla quinta elementare senza alcuna difficoltà e molto promettente per un futuro scolastico, considerando che stiamo parlando degli'anni 50. Questo è quello che mi dicevano alcuni miei professori della scuola media che ho frequentato, in quanto coetanei e compagni di classe di mio padre almeno fino alla quinta. La cosa certa è che non hanno avuto lo stesso futuro per quanto riguarda la scuola. Un bambino vittima di una situazione familiare molto complicata che segnerà la sua vita per sempre, tanto da farlo smettere appunto di essere un bambino. Michele, è il secondogenito di una famiglia composta di 6 figli, 4 maschi e 2 femmine, papà e mamma. Un'intera famiglia succube del difficile e minaccioso carattere del padre e della ferocità di imporsi contro tutto e tutti a cominciare dalla moglie, bastava un banale dissenso a un suo pensiero, a un suo ordine malgrado fosse sbagliato, che era motivo di furiose e violente azioni nei confronti di chi lo avesse contrariato e per chi avesse appoggiato lo stesso. Vi lascio immaginare in che situazione questi poco più di ragazzini erano costretti a vivere, vittime di punizioni atroci, ma soprattutto per motivi futili, motivi che solo piccoli e normali bambini della loro età potevano esprimere. Lui doveva decidere cosa e quanto dovevano mangiare, come vestire, come e quando dovevano tagliare i capelli, e tutto questo anche ad un'età più avanzata, mi raccontano che un giorno un fratello di Michele, per l'esattezza, Giuseppe, per avere disobbedito a una qualche stronzata, beh lui per punirlo lo rinchiude in una gabbia per conigli che teneva in una grezza stanza nel terrazzo, a digiuno facendogli passare la notte. Michele, in quanto era il figlio maschio più grande, finita la quinta il padre decide di ritirarlo per andare a lavorare, perche lui diceva: ''Deve contribuire a campare la famiglia e a costruire la casa dove cresceranno''. A poco più di 10 anni Michele viene buttato , mi spiace ma non mi viene altro termine , nelle montagne anche di notte a fare il guardiano di pecore , vi ricordo che in quei periodi degli anni 50 era frequente che avvenissero delle sparatorie, per via dei commerci di contrabbando, che allora erano note. In tutto questo, nel bel mezzo ci si trovava il piccolo Michele, là ci dormiva, ci mangiava con quelle paure addosso di un bambino a quell'età . La mamma di Michele una santa solo per quello che a dovuto subire e accettare , si perche malgrado tutto come per assurdo voleva bene quest'uomo, veniva picchiata perche nelle situazioni in cui un figlio era punito nella maniera in cui solo lui sapeva farlo, per esempio lasciarli digiuni e al freddo, lei si preoccupava di nascosto del marito a portarle un tozzo di pane e una coperta, lasciandosi alcune volte scoprire. Potrei raccontarvi altre vicende sugli orrori che dovettero subire questi 6 ragazzini durante la loro infanzia per ognuno di loro, ma preferisco risparmiarvi almeno questo periodo e andare avanti negli anni, e concentrarci su Michele che va crescendo diventando maggiorenne, e ad ribellarsi già da un po' di tempo ai bruti e feroci atteggiamenti del padre costruendosi in mezzo un muro tra lui e il tiranno e a sua volta con il resto della famiglia dato che spesso pur di non mettersi contro il padre era lasciato solo da fratelli e sorelle. Michele già da un po' di anni aveva imparato il mestiere di panettiere e grazie a dio cominciava ad avere una certa indipendenza anche se per raggiungere questo a dovuto pagare un prezzo molto caro dato che il padre spesso gli impediva di dormire a casa costringendolo cosi a dormire nel panificio dove lavorava per ricordarne uno il panificio Graziano di via dei granatieri, mi dicono che il tiranno si recava lì solo a fine settimana per andarsi a riscuotere il salario maturato del figlio pensate un po' , ma sfortunatamente spesso doveva accontentarsi dei soldi che trovava perche Michele se li faceva anticipare dal titolare, e penso che facesse bene considerato che avesse pure lui le sue esigenze, ma anche questo era motivo di scontro tra padre e figlio, ma Michele era già un uomo e anche se di dentro soffriva maledettamente non si lasciava intimidire , soffriva molto la mancanza di sua madre perche il tiranno gli impediva di vederla apposta per causargli ancora più dispiacere, l'unica esperienza positiva in tutto questo, e che i signori Graziano residenti nel piano sopra lo stesso panificio intenerendosi dal fatto stesso che di sotto ci dormisse un loro dipendete tutto solo e conoscendogli la sua situazione, la sera a orario di cena gli faceva scendere una portata della stessa cena che loro mangiavano, mi anno raccontato che fu proprio in quel panificio che Michele per la prima volta mangiò della buona carne. Michele è nativo di Isola delle femmine, un paesino in provincia di Palermo anche se ci stette pochissimo perche sia per la scuola sia per lavoro e cresciuto in un paese confinante SFERRACAVALLO, lì passava il suo tempo libero, lì erano i suoi amici, era un ragazzo del carattere forte che nonostante il dramma familiare che viveva , riusciva in compagnia dei suoi amici ad essere allegro scherzoso, la battuta sempre pronta, malgrado la poca disponibilità di denaro essendo un tipo molto vanitoso ci teneva ad essere presentabile, aveva la smania di andare dal barbiere a farsi fare la pettinatura dato che li portava un po' più lunghetti insomma era un bel giovanotto. Ma proprio per questo suo modo di essere un po' birbante un giorno mentre stava cercando di fare partire una motocicletta in compagnia di amici, la sua attenzione cadde su una bella ragazza che stava passando davanti a loro, tanto da non rendersi conto che gli amici dovettero con uno spintone farlo ritornare in sé . Michele cercava nei suoi amici delle informazioni sul conto di quella ragazza, chi era, a chi appartenesse, ma le risposte ottenute sono state più tosto scoraggianti, perche gli amici conoscendo il suo modo un po' burbero di approcciarsi con le ragazze gli consigliarono di lasciare perdere, avrebbe trovato un muro troppo alto da scalare, una ragazza di sani principi con una famiglia dietro di valori e tradizioni radicati le classiche famiglie siciliane di quel tempo. Ma Michele di certo non si lasciò intimidire da quelle parole, e da quel momento non pensò ad altro che a lei informando i suoi amici quasi come scommettendoci che quella donna sarebbe stata sua moglie. Maria non era facile ad uscire se non per qualche cosa da comprare mandata dalla madre, e quasi mai coincideva con l'orario che Michele era libero, l'unica cosa che ci rimaneva da fare a Michele era la classica passeggiata sotto la sua finestra con la speranza che lei lo degnasse di uno sguardo. I giorni e le settimane passavano senza lei facesse alcun cenno, nonostante lui si facesse notare, ormai ci stava perdendo le speranze tanto che alzando gli occhi la guardò aspetto che i loro sguardi si incrociassero e gli fece un cenno con la mano come a dire addio; ma si accorge che lei ricambia il saluto con la mano accompagnata da un sorriso , questo scambio di saluto riaccese in Michele la speranza che quella scommessa ancora era aperta e che il suo sogno si potesse realizzare. A quell'epoca non c'era possibilità che i due potessero avere occasione di parlarsi, di conoscersi, insomma di avere un approccio, se non dopo che i genitori del ragazzo non andassero nei genitori della ragazza, per avere la loro approvazione. Tutto questo purtroppo per Michele non era così semplice, ansi non lo era a fatto, dato la sua situazione con il padre, la famiglia di Maria era una famiglia troppo all'antica e quindi non ci sarebbe stato nessun consenso da parte loro se le cose non sarebbero andate secondo le loro usanze, ciò significava che per il ragazzo non rimaneva altro da fare che farsi coraggio e andare dal padre. Michele per parlargli scelse la strada più facile cioè di parlare con la madre per far sì che fosse lei a rapportare al padre, alla notizia ne fu felice per suo figlio anche perche conosceva la famiglia della ragazza, quindi rassicurò il figlio dicendogli di andare che avrebbe sistemato tutto lei. Michele negli ultimi anni aveva trovato lavoro nel panificio BILLECI di capaci, non appena finito si recò subito sotto casa di Maria con la speranza che lei si affacciasse ma tutto poteva immaginarsi, ma non di trovare la lambretta di suo padre davanti il portoncino della casa di Maria che si capiva che era salito di sopra, ancora lui non riusciva a crederci ;ma adesso entriamo a casa di Maria. La famiglia e tutta dentro mentre sentono bussare alla porta il signor Salvatore va ad aprire trovandosi davanti un uomo che conosce ma allo stesso tempo meravigliato, da buon padrone di casa lo invita ad entrare in casa, chiedendogli a cosa doveva questa visita in'aspettata, Totano rispose il padre del ragazzo chiamandolo col nome che nel paese era abitudine chiamarlo, mi trovo qui per informarti che mio figlio Michele è interessato a tua figlia, tòtino rimase sorpreso perche nessuno lo aveva informato di niente tanto che a sua volta gli domando di quale figlia dato che ne avesse due, la piccola o la grande? durante tutto questo Maria dall'altra stanza tremava sapeva che si riferisse a lei e si sentì crollare il mondo addosso non pensava che tutto si sarebbe svolto così infretta. Il padre di MICHELE si giustificò per non essersi presentato con la moglie spiegandogli che per causa di un incidente si trovava con una gamba ingessata e che quando sarebbe stato possibile sarebbe tornato per rendere la cosa più ufficiale, l'unica cosa, che riguardo ai giusti onori e omaggi nei confronti della ragazza com' è usanza fare in queste circostanze, doveva aspettare un po' di tempo perche stava affrontando delle spese per via della casa. Michele appena vide scendere suo padre assieme al padre di Maria, molto emozionato si presentò conquistandosi il suo consenso per potersi vedere ogni giorno sotto casa. Maria quella sera era molto presa dall'ansia non poteva credere che stesse succedendo questo a lei solo per aver risposto ad un saluto, di certo non era innamorata di quest'uomo, ma nello stesso tempo pensava che se si sarebbe rifiutata la famiglia di Michele avrebbe potuto dubitare della sua serietà e in un certo modo fare un torto a suo padre. I giorni passarono e i ragazzi cominciavano a conoscersi e a piacersi , ma di certo non vennero a mancare i problemi il padre del ragazzo non perdeva occasione per potere interferire nella coppia a dispetto di Michele, si lamentava di tutti e di tutto e questo suo atteggiamento infastidiva i genitori di Maria, dato che vedevano soffrire la figlia. Non passo molto tempo che Michele fu vittima di un'altra lite molto accesa col padre, motivata dal fatto che Michele a cui piaceva portare i capelli un po' lunghi, doveva tagliarseli corti e che se non l'avesse fatto lui non sarebbe più andato dai genitori di Maria per il famoso fidanzamento ufficiale, insomma un ricatto bello e buono, ma Michele non era più un bambino e questa non volle fargliela passare dicendogli che non avrebbe obbedito a questo suo ordine, e il tiranno lo butto nuovamente fuori, la madre raggiunse il figlio gli disse che era stato fortunato a trovare una ragazza come Maria, ma che dove andarsene da quell'inferno, di fuggirsene con lei e incominciare una nuova vita, gli diede la sua benedizione e lo lasciò andare. Michele era sconvolto ma non poteva fare almeno di pensare alle parole della madre, si ripeteva continuamente come poteva farlo senza soldi, senza nemmeno un cambio, e non sapendo dove andare, ma soprattutto si chiedeva cosa ne avrebbe pensato Maria, se si sentiva pronta di affrontare tutto questo. Si fece sera e Michele andò come ogni sera a casa di Maria, già da qualche giorno anche lì si respirava un'aria pesante, di certo non mancavano le lamentele dei suoceri, per via del comportamento del padre, ma appena trovò qualche minuto per parlare con Maria senza che gli altri sentissero, gli espose le sue intensioni, Maria vide negli'occhi di Michele l'esasperazione, nelle sue parole capì che non poteva esserci altra alternativa se no che fuggire con lui, capì che dalla sua risposta dipendeva il futuro della loro storia e accettò . Cosi non gli rimase che organizzare la fuga, Michele gli disse che la cosa veniva fatta la stessa notte che doveva aspettare che tutti dormissero in modo che lei potesse scendere, che lui sarebbe stato li ad aspettarla, Maria cosi fece a notte fonda scese li trovo Michele si presero per mano e si allontanarono portandosi dietro solo quello che avevano addosso, in più la paura di non sapere cosa avrebbero affrontato, si diressero verso la piazza fermandosi alla fermata preoccupandosi che nessuno li riconoscesse , dopo un po' arrivò l'autobus e lo presero, erano gli unici passeggeri, presero posto e si accorsero che il bigliettaio li guardo, era un uomo di una certa età e non ci volle tanto a capire le intensioni della giovane coppia, ironizzo con una battuta e andò a sedersi. Avevano già deciso che sarebbero andati al villaggio RUFFINO un frazione di Palermo a pochi chilometri da SFERRACAVALLO , a casa di una sorella della madre di Maria, la zia Gina che abitava assieme alla figlia e il genero Pino, arrivati prima di bussare alla porta a quell'orario insolito Michele non sapendo la reazione degli zii avverte Maria che se le cose avrebbero preso una brutta piega, gli dovevano fare intendere che erano già assieme da parecchie ore. Aprirono trovandosi davanti i due ragazzi, sorpresi capirono subito del motivo della visita e la prima cosa che seppe dire Pino fu ; adesso io cosa dovrei fare? fare entrare mia nipote e a tè cacciarti, ma Michele non perse tempo nel dirgli che erano già stati assieme e se per favore potesse ospitarle per qualche giorno il tempo che le acque si sarebbero calmate, e di organizzarsi, così finalmente li fece entrare. Passarono tre, quattro, giorni e il cugino Pino parlando con la moglie pensò che forse era il caso di andare dai zii, i genitori di Maria, per vedere se le acque si fossero calmate e per farli ragionare, convincerli ad accettare la situazione e permettere alla figlia di potersi presentare d'avanti a lui e così andò , l'impresa non fu per niente facile ma a via di insistere riuscirono a scioglierlo. Appena i cugini tornarono a casa diedero subito la notizia, rincuorando i fuggitivi, alla notizia si rallegrarono, ma al pensiero di doversi presentare davanti a loro di certo l'ansia e la paura non mancavano, soprattutto da parte di Maria. Il domani non tardo ad arrivare, si fecero coraggio e partirono per andare in quella che era la casa di Maria fino a qualche settimana fa, i cugini si prestarono ad accompagnarli per dare sostegno ai ragazzi, appena arrivarono c'era tutta la famiglia di Maria a completo, trovandosi d'avanti al padre Maria si beccò un ceffone una sfuriata, per tutte e due una volta abbassati i toni si cominciò a parlare del da farsi, qui prese parola Michele, dicendogli se li poteva ospitare fin quando non avrebbero raccolto un po' di denaro e potersi affittare un appartamento tutto per loro. Tòtino e la moglie Vincenza vollero aiutarli. Pochi giorni passarono e cominciarono le prime lamentele, il carattere di Michele un po' vivace e un po' ribelle, era sempre più incompatibile con i suoceri, ancor di più con la suocera Vincenza, non passo molto tempo e Michele trovò una casa che faceva al caso suo, e quanto prima si trasferì , la casa era arredata di un letto e un armadio, ma era quanto bastasse pur di vivere per casa sua, in tutto questo Maria era rimasta incinta della prima figlia, il tempo passa nasce Nicoletta, Maria e Michele decisero di mettere lo stesso nome della nonna paterna, le difficoltà non sono mai mancati, Maria era poco più di una ragazza e nel giro di qualche anno si ritrovò a fare la moglie e la mamma, e non solo di Nicoletta ma un po' anche di Michele, il fatto che sia cresciuto in quella famiglia un po' abbandonato a se stesso, ci volle parecchio tempo a finche lui capissi il ruolo che ora aveva e le responsabilità prese, e non fu per niente facile, Michele era molto irrequieto molto esigente per i suoi vizi, per le sue abitudini, era come un uomo che dopo tanti anni di carcere finalmente messo in liberta, voleva recuperare tutto quello che aveva perso in pochi giorni, senza alcun impedimento da parte di nessuno, l'unione con Maria per lui era stata una sorta di libertà , amava molto Maria ma aveva un modo tutto suo di dimostraglielo. Maria si dovette fare carico di molta pazienza e non fu per niente facile abituarsi a questo suo comportamento un po' libertino e spesso fu motivo di lite tra i due. Gli anni passano la famiglia cresce, tra le mille intemperie, Nicoletta ora aveva una sorella ed un fratello, Maria Concetta e Salvatore. Continua...

12

0
0 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

0 commenti: