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Ferie col 170

Jesolo, estate, moglie e figli ancor piccini. Mare bello, sabbia fine, ombrelloni, bomboloni, creme solari e canzoni. Giochi sulla spiaggia, spruzzi dentro l'acqua, pizze con amici spensierati la sera e giri coi trabiccoli a pedali coi bimbi seduti sul davanti. Qualche zanzara ma niente di che. Rogne di lavoro a parte, non mancava niente. Anzi, casomai c'era qualcosa in più, qualcosa di cui solo io ero a conoscenza, avendomelo mia moglie espressamente proibito. Per problemi di spazio oltre che di opportunità.
Ora bisogna sapere che allora avevamo un gran vojager così lungo che, quando eravamo andati in Sardegna, l'avevamo lasciato a casa per non pagare un rene di traghetto, dato che superava i 5 metri. Tuttavia per mia moglie era appena sufficiente, dato che pur essendo solo due adulti e due bambini lei riusciva a stiparlo così bene che nessuno sarebbe riuscito a vuotarlo e rimetter dentro tutto senza la sua attenta supervisione.
Quindi io potevo portare solo il computer, che già mi costava qualche occhiata torva, ma di cui non potevo fare a meno per lavoro. Non che mia moglie sia un'arpia, eh, assolutamente, ma è un'organizzatrice così micidiale che non le sfugge nemmeno la coda delle virgole. Io invece sono tutto il contrario. Complementare, insomma, e non completamente affidabile, se è vero che uno spazio mio riesco sempre a ritagliarmelo.

La scelta del posto, ad esempio. Jesolo era una mia scelta per un motivo non del tutto da lei condiviso: la pista di go kart mondiale, perchè anch'io, come gli altri due bambini, avevo le mie esigenze in fatto di attività ludiche. E lei non mi ostacolava, anzi, essendo maestra di scuola materna, incoraggiava queste mie attività. Bastava solo che non esagerassi e non la coinvolgessi e non c'erano problemi. Quell'anno, però, qualche problema c'era: l'anno prima avevo lasciato un po' troppa pelle di gomiti e ginocchia sulla pista del kart, capottandomi ridicolmente in una curva, quindi lei, per quell'anno avrebbe avuto altri programmi. Toscana o giù di lì. Ma la sua proposta venne cassata per il fatto che il mio lavoro esigeva reperibilità anche imprevedibili e immediate quindi la Toscana era esclusa. Troppo lontana. Dovetti promettere una crociera per l'anno successivo e lo feci.

In realtà avevo altri progetti, che lei sospettava e apertamente osteggiava. Da qui la proibizione di caricare il mio oggetto. Solo che proprio in queste occasioni io do il meglio. Riuscii a scovare un angusto posticino appena sopra la ruota di scorta che era imbullonata al di sotto del bagagliaio. Dovetti incellofanare accuratamente il tutto e la ruota di scorta in realtà rimaneva alquanto più bassa del solito, ma nessuno se ne accorse. Avrei dovuto fare il trafficante di droga, altro che tacchinaro!

Restai sotto traccia per tutta la settimana, poi attuai il colpo il sabato mattina. Cogli amici s'era prenotata una minicrociera, uno di quei giri in tondo dove non si vede altro che acqua e rive lontanissime e poi si fa il bagno al largo e infine si pescano pesciolini per poi friggerli e mangiarli quando ormai la nausea da mal di mare infiera. M'inventai all'ultimo momento una visita d'urgenza nei pressi di Oderzo

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0 recensioni:

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12 commenti:

  • rudens roze il 01/02/2012 19:10
    Molto divertente... letta d'un fiato con piacere
  • Bianca Moretti il 31/01/2012 19:22
    Mamma mia quanti refusi... spero tu capisca lo stesso il senso
  • Bianca Moretti il 31/01/2012 19:20
    Certo il genere umoristico ti calza proprio a pennello. È un racconto che sta nelle mie corde, gustoso e divertente. Sembri un Pierino dispettoso. Povera moglie, non sono deve prendersi cura dei bimbi più piccoli... Guarda che mica è facile farla alle donne, meno che mai alle mogli!
    Sei proprio uno spirito scavezzacollo, eh? I tuffi, il volo... alla prossima ci proporrai il bungee jumpy? Beh, spero di non averti messo la pulce nell'orecchio, sennò tua moglie un bel cerottone lo mette a me... sulla bocca
    Un po' ho volato anch'io con, ti ho pure suggerito di virare e di stare attento al campo di mais ma tu niente! Proprio de coccio!!!
  • Massimo Bianco il 29/01/2012 22:38
    Racconto assai carino e di piacevole lettura, magari a tratti la terminologia tecnica affatica un po', ma non importa, lo si gode ugualmente.
  • Vilma il 29/01/2012 18:46
    Ho letto con piacere questo racconto di vita familiare
  • Fernando Piazza il 29/01/2012 10:17
    Ah, ecco! Non ci avevo pensato... Esiste il pollivendolo perchè non il tacchinaro???
  • mauri huis il 29/01/2012 00:48
    Tacchinaro: parola gergale per persona addetta alla produzione e/o vendita di tacchini, cosa che è stata la mia condanna per più di trent'anni.
  • Anna Rossi il 28/01/2012 20:44
    piacevole racconto. ben rappresenta le umane fatiche per la reciproca difficoltà coniugale nel condividere... tutto
  • Fernando Piazza il 28/01/2012 17:15
    Racconto gustoso, ben scritto (refusi e piccole imprecisioni a parte) e soprattutto istruttivo, oltre che veritiero. Storie in cui ci si ritrova e che immancabilmente fanno scattare un sorrisino di comprensione, e una virtuale pacca sulla spalla
    Momenti di vita quotidiana o di ordinaria "follia" matrimoniale, in cui pazienza e spirito di sopportazione sono messe a dura prova giorno dopo giorno. Manco il padreterno ce l'avesse imposta come "condanna", come unica condizione per vivere con una donna su questa terra...
    A proposito di partenze per le vacanze io ho un'arma di ricatto potentissima da giocare a mio favore "contro" mia moglie. Poiché sono l'unico a guidare sono io che decido le regole di viaggio (come lei quelle della casa) e quindi su cosa portare o meno. Che dici, esagero?
    Comunque ti faccio i miei complimenti per lo scritto
    P. S. Cos'è un tacchinaro? (1à pag. verso la fine) forse intendevi tassinaro?
    Mi permetto di segnalarti un'espressione in cui si ripete la stessa parola, anche se usata per designare parti diverse del discorso (sempre nella 1à pag. verso la fine in cui dici "Da qui la proibizione di caricare l'oggetto proibito" al posto di proibito potresti mettere indesiderato o inviso)
  • alta marea il 28/01/2012 16:39
    Quando ho iniziato a leggere credevo che il 170 fosse un camion della Fiat poi ho scoperto che era un paracadute, guarda non volevo commentare sul contentuto e non lo faccio dico che nel leggerlo ti vedevo armeggiare in caduta libera nel disperato tentativo... vano di noncadere sopra il mais...
  • mauri huis il 28/01/2012 15:46
    Scesi la ruota è in effetti un "romagnolismo", come "ho rimasto" e "poi dopo". Non piace a te e così l'ho cambiato. Per il resto hai ragione sull'ortografia, l'ho buttato di getto, e torto sul fatto che le mogli dovrebbero condividere i giochi dei mariti. Per carità, a ognuno i suoi spazi. Poi dopo, quando ci si ritrova, è ancora più bello.
  • mariateresa morry il 28/01/2012 15:03
    Racconto molto spiritoso e di godibile lettura... c'è qualche errorino perchè tempo tu loabbia scritto un poco in fretta. <il verbo scendere è intransitivo.. appare un " scesi la ruota"... ho sorriso molto nel pensare ai mariti che poveretti devono fare le cose loro, quelle divertenti, di nascosto dalle mogli... ma ste donne quando impareranno ad essere compagne anche negli svaghi innocenti dei mariti? Bravo Mau... ho letto molto volentieri... e poi eri nelle zone mie venete che conosco bene!! A ODERZO si beve anche ottimamente ( detto per incisooooo!!)

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