Dovete sapere che la pianta del sambuco ha una particolarità, i rami hanno un anima, che somiglia al cotone, però molto più consistente, che con una certa accortezza si può eliminare, fatto ciò si ottiene una specie di canna con un vuoto regolare, per tutta la lunghezza del ramo.
Fatta la dovuta premessa, noi ragazzi andavamo alla ricerca dei rami più dritti di questa pianta relativamente grossi, si tagliavano per una lunghezza di 35/40 centimetri, si svuotavano e si facevano asciugare, poi si prendeva un legno di crognolo (legno molto duro) o di olivo, della lunghezza di circa 45/55 centimetri, chiaramente dritti.
Iniziava così la costruzione dell'anima da inserire a mo' di stantuffo all'interno del vuoto del ramo del sambuco.
La nascita dei cannoni di sambuco.
questo me lo aveva insegnato mio padre, costruire uno stantuffo preciso il più possibile e scorrevole da inserire all'interno del cilindro di sambuco non era facile, se il lavoro era fatto bene si otteneva un cannone perfetto.
Quindi terminata la costruzione del cannone, si procedeva alla costruzione delle munizioni, che venivano fatte con diversi sistemi, utilizzando il sughero, la stoppa di canapa, per capirci quella che usavano gli idraulici una volta per guarnizione, quando avvitavano i flessibili ai tubi nel muro e poi ai rubinetti, quest'ultimo sistema, lo ritenevo più redditizio, perché il cilindro che si formava con le dovute accortezze dava una certa tenuta, quindi quando inserivo nella canna del cannoncino di sambuco il proiettile, avevo la sicurezza di una buona tenuta stagna.
Per sparare, si inseriva lo stantuffo di crognolo o di olivo dal posteriore e si dava una secca spinta, fino a far entrare tutto all'interno della canna di sambuco, tale azione formava una compressione molto forte e il cannoncino sparava via il proiettile e nello stesso tempo si sentiva il classico rumore del botto, da questo derivava il nome cannone.
Il gioco consisteva nel fare il colpo più forte e nel raggiungere la distanza più lontana con il proiettile.