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Con me medesimo

Mi giro e mi rigiro, percepisco la presenza di un'ombra, mi irrigidisco credo di sognare, vivo da solo da anni, sono certo della mia solitudine, non ho compagnia eppure adesso sento di ricevere un dono, mi accorgo della presenza di un compagno, un compagno sicuro fedele sincero a cui posso affidare non solo la mia casa ma anche la mia anima il mio pensiero, perché lui è come me anzi è proprio me, ... devo solo esercitarmi al dialogo, quando desidero un consiglio, non devo pensarlo ma devo chiederlo ad alta voce, come parlassi ad un amico, e lui (io) mi risponderà allo stesso modo, con franchezza e saprà consigliarmi. È così che ho imparato a convivere con me, adesso so con certezza che la miglior compagnia l'abbiamo dentro di noi, è sufficiente saper convivere con la propria ombra.

 

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1 commenti:

  • Ugo Mastrogiovanni il 21/03/2012 12:04
    Io non vivo da solo, ma quando lo sono avverto sempre la vicinanza di qualcuno e credo sia mio Padre. Gli parlo, chiedo, racconto, ricordo e mi piace farlo. Hai descritto un luogo non solo per accogliere l'altro che c'è anche se non c'è, ma necessario per relazionare con lui quando ne senti il bisogno. Un sfogo, un affrancamento dell'io nascosto, ma sempre vigile, un breve colloquio con te stesso. Mi sei piaciuto.

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