Datemi.. datemi.. datemi una tazza di caffè, e io la userò per svegliarmi e riprendere la mia opera di distruzione. Io sono un distruttore di mondi, non faccio altro che creare nuovi mondi e distruggere quelli precedenti. Ogni volta passo da un mondo all'altro come un solitario viaggiatore, ho sempre raccolto qualcosa dal mondo precedente e l'ho utilizzata per riuscire a creare il mio nuovo mondo. Io faccio così, da sempre. Dalle ceneri di ciò che distruggo creo poi il mio nuovo mondo. Tuttavia non ho mai lasciato totalmente il mondo precedente da cui venivo, con me ho sempre portato qualcosa, qualcosa di cui non potevo e non volevo fare a meno. Anche adesso, che ho distrutto il mio mondo (il più meraviglioso che io abbia mai vissuto), sto provando a portare con me qualcosa. Eppure non ci riesco, per quanto io ci provi queste cose che voglio portare con me stentano a volermi seguire. Del resto non posso farci nulla, è colpa mia se non vogliono farlo. Io sono colui che ha distrutto il mondo da cui provengono, quindi perchè dovrebbero restarmi fedeli? C'è invece qualcos'altro che continua a seguirmi, da almeno 3 diversi mondi oramai. Questa cosa ho provato a lasciarla nel mondo precedente, ci ho provato in tutti i modi. L'ho sigillata in una cassaforte d'acciaio, l'ho bruciata nel fuoco, l'ho gettata in fondo al mare. Eppure è ancor quì, mi segue, mi resta accanto, mi sussurra parole dolci ma impregnate di veleno. Mi tormenta, non mi fa dormire la notte, mi impedisce di andare avanti, è la causa dei miei respiri mancati, dei miei sospiri smarriti, è la causa della distruzione di più di un mondo. È lei la vera distruttrice dei mondi, io sono soltanto un oggetto fra le sue mani, un arma, uno strumento. Sono solo il suo misero schiavo. Adesso mi trovo quì, sul baratro di questo dirupo, giunto alla fine del mio vecchio mondo, pronto a fare un salto nel nuovo. Di solito c'è sempre un sentiero, qualcosa che mi faccia capire dove si trova il mio nuovo mondo. Adesso non c'è, non lo vedo. C'è solamente il nulla, come posso descriverlo.. direi che equivale in un certo senso alla teoria delle possibilità infinite che di certo appartiene a qualche studioso di cui non ricordo il nome. È come se vedessi miliardi di stelle e pianeti, ma tutti troppo lontani perchè possa raggiungerli. Mi trovo sospeso, dinanzi al mare nero di quest'esistenza, dinanzi alla distruzione che ho provocato, che mi sta logorando e uccidendo. Sono un morto che cammina, un inutile essere che continua a pregare, giorno dopo giorno, notte dopo notte, sera dopo sera, fin quando non avrà raggiunto la fine di questo cammino. Sono un pazzo, un folle, un mite visionario. Distruggo chiunque si avvicini a me, forse non subito ma al lungo andare si. Sono come la ruggine sul ferro, ti corrodo da dentro, ti faccio diventare esile e sottile fin quando non ti sgretoli tra le mie dita. È questo il mio dono, distruggere ogni cosa, ricrearla, farla mia, perderla e poi ritrovarla. Sono un misero, inutile, incapace, debole e fragile essere umano. E al tempo stesso sono colui che distrugge e ricrea, sono colui che plasma e modella la vita. Non faccio altro che perdermi, perderti, ritrovare e ritrovarti, ancora e ancora. Sono cocciuto, forte e risoluto, sono due diverse entità fra loro opposte, divise, sigillate e allontanate l'una dall'altra. Sono giorno e notte, vita e morte, luce ed ombra, fuoco e acqua e vento e terra. Sono un insieme indefinito di tutto ciò che tu vorresti avere, sono tutto e niente, sono colui che solo pochi sanno vedere davvero, colui che nasconde, cela e sussurra. Mostro la verità solo a pochi, quei pochi di cui mi fido e a cui faccio vedere il mio vero mondo. Io sono il distruttore, la fine e l'inizio, io sono solo un misero indizio di ciò che ancora deve arrivare. Sono quello che ami e che odi, sono io, io soltanto. E ora più che mai mi sento perduto, solo e incapace. Dinanzi a me c'è un baratro, quel baratro di cui vi ho già parlato e adesso semplicemente mi getterò nel vuoto. Morirò, scomparirò e cesserò di essere. Se poi qualcuno mi ritroverà forse non saprà che farsene di uno come me, un distruttore di mondi.