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Il vecchio marinaio
Al centro della città, proprio dove erano i palazzi del potere, luogo frequentato da importanti personalità della politica, della finanza e dell'economia, aveva trovato alloggio un barbone, sistemandosi sotto un porticato per ripararsi dalla pioggia.
Nessuno conosceva il suo nome, le sue origini, la sua età. In verità nessuno aveva mai visto neanche il suo vero volto, che nascondeva dietro una folta barba grigia, lunga fino al torace. L'unico tratto distintivo era un giaccone blu da marinaio, malconcio e puzzolente ma abbastanza pesante da consentirgli di potersi difendere dalle gelide temperature invernali.
Non parlava mai con nessuno, e se qualcuno tentava di rivolgergli la parola si limitava a guardarlo con occhi brillanti accennando un sorriso con la sua bocca sdentata. Solo quando davanti alla sua postazione passava una di quelle importanti personalità, allora reagiva con un sussulto e la salutava sempre con la medesima frase.
" Ti basta la benzina, eh? Dimmi, ti basta? "
Dapprima venne lasciato perdere, confidando soprattutto in un suo breve soggiorno sotto quel portico. Quando però si accorsero che il vecchio non aveva nessuna intenzione di andarsene, nel perdurare di quella situazione che minacciava di coprirli di ridicolo i notabili decisero di ricorrere alla loro autorità sollecitando l'intervento della pubblica sicurezza.
Un vigile urbano venne incaricato di intimare al vecchio senzatetto di allontanarsi dalla città al più presto.
Di fronte a quel giovane in divisa, intento a leggere con aria solenne l'ordinanza del sindaco che, per motivazioni di igiene pubblica, gli imponeva l'immediato allontanamento, il vecchio clochard lo ascoltò pazientemente fino alla fine. Poi, dopo averlo guardato in faccia a lungo, iniziò a parlare.
"Non agitare troppo i tuoi remi, giovane guardia. Il tuo cammino è ancora lungo."
Il vigile cercò di ribattere, ma quelle parole lo sorpresero a tal punto che si limitò ad emettere pochi monosillabi e nessuna frase che potesse avere alcun significato. Il vecchio proseguì il suo discorso.
"Gli uomini come te, che poi costituiscono la gran parte dell'umanità, è come se
andassero in giro per il mare con una piccola barca a remi. Possono solo
bordeggiare lungo la costa senza mai spingersi nel mare aperto. Possono contare
solo sulle proprie forze, ridicole di fronte alla vastità degli oceani. Vivranno
dunque, e moriranno, senza aver conosciuto la bellezza misteriosa del mare. Poi
ci sono loro, quelli che comandano. Sono pochi, ma la loro avidità non conosce
ostacoli. Navigano a bordo di potenti barche a motore, lasciando lunghe scie al loro
passaggio, senza curarsi molto dei danni che possono provocare. Sembrano
invincibili, inarrivabili. Ma commettono tutti sempre il medesimo errore. Nel loro
delirio di onnipotenza non si curano molto di controllare i serbatoi, e prima o poi
rimangono senza benzina. Si ritrovano quindi al largo, soggetti alle insidie del
mare, e sovente incappano in una tempesta, soccombendo senza rendersi conto
delle bellezze di cui potevano godere e che invece hanno solo violato."
Terminò il suo discorso e rimase in silenzio, guardando il suo interlocutore. Il vigile, che per la verità mostrava di non aver capito molto di quanto aveva ascoltato, per riacquistare un po' dell'autorità che sentiva di aver perso decise di ribattere adottando un tono di marcata sufficienza.
" E tu? "
" Io? Io ho gettato a mare i miei remi da molto tempo, ed ho montato una vela sulla
mia barca. Vado dove il vento mi porta, e quando sono stanco di navigare, oppure
c'è bonaccia, mi fermo da qualche parte. Mi diverto ad osservarvi. "
" Ora però il divertimento è finito. Hai tempo fino a questa sera per andartene.
Ordine del sindaco"
" Me ne andrò, certo che me ne andrò. Ma non sarete voi a deciderlo, e nemmeno io.
Quando vorrà il vento, allora me ne andrò. Ma vedo che è inutile tentare di
spiegarti come vanno le cose. Agita i tuoi remi, giovane guardia. Il tuo cammino è
ancora lungo."
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