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Nonnino

Oggi è un gran giorno. Finisco cent'anni.
Finora non ho trovato molte differenze con gli altri. Il sole è spuntato dietro la solita collina e scommetto che stasera andrà a finire a picco proprio in mezzo al lago.
Come sempre.
Tutta questa gente che mi sorride, tutti questi ragazzi... venuti al mondo che già mi pisciavo addosso, mi ricordassi almeno il nome di uno di loro... mi chiamano nonnino. Sono d'accordo, ma con quanti intermediari in mezzo?
Boh... quello là avrà otto anni, spesso mi viene vicino, sorride, mi tocca una mano e fugge via. Potessi sapere chi è lui o suo padre, almeno suo nonno. Niente da fare.
Mi sembra d'aver capito che ci sarà una gran festa, oggi.
In mio onore.
Vedo con mezzo occhio, non parlo che tanto è inutile, non capisco un cazzo nemmeno io di quello che dico, le orecchie hanno smesso di fare il loro lavoro da un pezzo, mangio, anzi bevo un po' di semolino una volta al giorno, passo le mie giornate su una poltrona e le mie nottate su un letto con le sponde.
Però faranno una festa in mio onore.
La notte non dormo. Come potrei, sono diventato così piccolo che anche le lenzuola pesano troppo. A volte, sforzandomi, riesco ad afferrare un ricordo dal passato, un volto, una voce. Altre volte, invece, i ricordi vengono da soli, come in sogno.
Allora mi diverto, come quando andavo al cinema.
In tempi grami, un po' d'autarchia è quello che ci vuole.
Ecco, ora si stanno avvicinando.
Mi sorridono con la stessa faccia che di solito mostrano ai bambini. Poi dicono che da vecchi si regredisce al livello infantile.
Che altro si può fare?
Stanno cantando una canzoncina in coro.
Se potessero vedersi, anche quel poco che li vedo io.
Se potessero sentirsi, anche quel niente che li sento io.
Cosa dicono? Cento di questi... giorni?
Ma andate a cacare, voi che potete!

 

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6 commenti:

  • stella luce il 22/04/2012 10:47
    Un racconto tristemente bello. La vecchiaia credo faccia un poco paura a tutti, perchè appunto ci fa come tornare ad essere bambini. Per quanto mi riguarda non è tanto la paura del fisico che non può più essere autonomo, quanto come il nonno del tuo racconto, la mente incapace di ricordare, parlare, ragionare e vedere il proprio passato come un film durante un sogno. Odio come te chi porta gli anziani in televisione, anche se vedi per alcuni di loro, se sono lucidi di mente, è una grande gioia. Io ho perso entrambe le mie nonne dopo i 90 anni, e guarda la più longeva (94) adorava che la si festeggiasse, mentre l'altra (93) era tornata bambina... le ricordo con amore... e appoggio il tuo commento quando dici che la vecchiai ha qualcosa di sacro e merita rispetto sempre... cosa che spesso non accade... andrò a leggere il racconto di Morry sono curiosa... ciaooo
  • mariateresa morry il 22/04/2012 10:13
    C'è molta verità in questo che scrivi Dantes. Ai nostri occhi arrivare a cento anni parrebbe una grande meta, quasi una sfida alla morte... ma davvero cosa resta di un uomo a cento anni? sorridere amorevolmente del suo rimbambimento e delle sue stranezze? Nessuno sa davvero cosa possa pensare un cervello ( quando ancora funziona un poco) in un corpo tanto vecchio. Ti chiederei, se hai tempo, di leggere un mio racconto molto vicino all'argomento che hai scritto qua ( Storie di ordinaria corsia nata da una esperienza mia personale fatta al reparto geriatrico)... BUona domenica!
  • Anonimo il 22/04/2012 09:15
    Invece avevo percepito tutto questo che hai sottolineato, ogni cosa e da qui la mia tristezza. Quindi non devi scusarti: mi hai trasmesso alla grande ciò che provi su un certo argomento ed è lo stesso mio sentire. Grazie e buona domenica!
  • Nunzio Campanelli il 22/04/2012 09:07
    Mi dispiace di averti rattristato, Chira, e per questo ti chiedo scusa. Ciò che volevo trasmettere, ma dubito di esserci riuscito, era l'indignazione (almeno questo è ciò che io provo) di dover assistere allo spettacolo non infrequente di poveri anziani mostrati in tv in occasione die loro compleanni centenari. Dico poveri perché quasi sempre vengono spogliati della loro dignità, trattati come infanti, esposti come feticci al pubblico ludibrio con il solo fine id fare notizia. Io credo che se avessero potuto esprimere il loro parere, la maggior parte di loro avrebbe evitato di dover diventare, loro malgrado, una pubblica attrazione. Credo altresì che la vecchiaia abbia una sua sacralità, e penso che prima di tutto venga il rispetto nei confronti di chi, avendo tanto vissuto, di conseguenza ha tanto da insegnarci. La dignità dell'essere umano non viene meno a causa dei problemi fisici degli ultimi anni di vita. Hai ragione Ellebi. Vine meno quando questo diviene strumento dei nostri biechi scopi.
    Grazie ad entrambi per la vostra attenzione.
  • Ellebi il 22/04/2012 00:22
    È un bel record arrivare ai 100 anni. Ed è un record che molti vorrebbero raggiungere. Il problema è dopo, quale altro obiettivo dopo i cento? Una mia conoscente è arrivata ai cento anni e tutti l'hanno festeggiata e lei è stata contenta pur non essendo molto meglio, fisicamente, di come è descritta la vecchiaia nel tuo pregevole racconto, poi è vissuta quasi altri tre anni, e in questi tre anni ogni giorno ha aspettato di essere liberata e quasi rimproverava Dio di essersi dimenticata di lei. Mi viene in mente il prete fondatore del San Raffaele di Milano che si era dato il compito di farci vivere 120 o 130 anni che la scienza lo può fare. Che presunzione, per un prete poi, che come prima specializzazione ha la conoscenza di Dio. Lui ha superato comunque i 90 e questo tuo racconto, per un certo verso, davvero triste, soltanto un po si ê avvicinato al grande problema dell'ultimissima stagione della vita quando sembra, ma non è vero, venire meno la naturale dignità dell'essere uomo. Saluti.
  • Anonimo il 21/04/2012 20:12
    Mi hai fatto sentire molto triste... e forse non era ciò che volevi trasmettere. Ciao!

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