Se difficilmente la lettura di un libro può cambiare il corso di una vita, sicuramente il libro di Anselm Grun: "Essere persona umana completa" potrebbe riuscirci.
Dico ciò perché penso che difficilmente si trovano in libreria pubblicazioni che coniugano perfettamente l'aspetto psicologico con quello spirituale-religioso.
Già anni addietro mi ero imbattuto in autori come: Amedeo Cencini e Alessandro Manenti quasi altrettanto bravi nell'analizzare le tematiche religiose con il piglio psicoanalitico, ma nel caso del monaco benedettino ci troviamo dinanzi ad una persona profondamente "illuminata".
L'autore dapprima esamina gli ostacoli che limitano una fede matura ed elenca tre categorie di difficoltà: la paura del mondo e l'immagine di Dio usata come se fosse una droga, la rimozione degli impulsi, il desiderio di perfezionismo e le gabbie del pre-giudizio a cui tutti più o meno dobbiamo fare i conti.
Il libro traccia un percorso dove il fedele inconsapevole(uso tale aggettivo, perché il testo è rivolto a tutti quei cristiani ancora non del tutto coscienti e correttamente realizzati nella pratica religiosa) interpreta la propria aggressività ed i propri istinti non come se fossero elementi negativi da combattere o da occultare; invece il testo critica tale pratica e spiega che la componente naturale-istintiva deve essere accettata e ben integrata dentro di noi, perché possa essere finalizzata alla scoperta di una spiritualità disattesa, quanto umana e possibile.
La corporeità disprezzata dai Santi (San Francesco d'Assisi chiamava il proprio corpo, fratello asino, mentre San Pio, al secolo Padre Pio diceva che il corpo andava bastonato, anche se non troppo!) nel libro di Anselm Grun assume un preciso ruolo; esso è la cartina tornasole della nostra spiritualità.
Il nostro corpo deve possedere un'adeguata sensibilità, il linguaggio deve essere rispettoso e sereno, gli atteggiamenti devono esprimere pace e accoglienza; il cristiano in poche parole deve irradiare l'Amore di Dio!
Un altro capitolo interessante del libro è quello che parla del lavoro e non poteva essere altrimenti! L'autore dice che l'impegno profuso nel lavoro è un segno di libertà interiore. Alcuni utilizzano Dio per sottrarsi al lavoro, rifugiandosi in un fittizio sentimento devozionale, piuttosto che sopportare le fatiche che comporta un lavoro vero e proprio.
L'apertura verso Dio, comporta ad aprirsi anche verso gli impegni quotidiani. Poi, cita il passo del vangelo di Luca, 16, 10-12 "Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella iniqua ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?"
Ogni capitolo del testo è corredato da alcune domande che l'autore pone al fine di stimolare la capacità auto-critica del lettore. Il libro costa 12 euro e la casa editrice è la Queriniana di Brescia.