Polifemo, che con tanta mestizia perdeva la vista, gradualmente, alba dopo alba, meridiana dopo meridiana, forgiava una maschera, una sorta di diadema raffigurante un singolo occhio dilatato, incastonato in un bulbo occipitale sopraelevato, dal sensibile aspetto seppur grottesco,
maschera che avrebbe indossato nell'oscurità sino al giorno più muto, dove anche il più oscuro dei sensi, la psiche, lo avrebbe abbandonato scagionandosi nell'etere;
psiche, unica percezione in grado di renderlo consapevole nei paraggi.
Soleva giocar con le creature umane, un tempo simili a lui,
occasionalmente venivano a far visita, assieme bevendo le comprendeva, seppur tetro in bile, offriva loro carne e latte in cambio di vino, percependo il passaggio tra il gregge suo prediletto chiedeva della eventuale presenza, in risposta a tale quesito, ironicamente soleva udir: "Nessuno!"