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Il carillon

IL CARILLON

Ero da solo, faceva freddo, fuori nevicava.
Guardavo fuori dalla finestra ed osservavo ogni singolo fiocco di neve che si posava silenziosamente sul davanzale.
Da più di un'ora fissavo inorridito ed allo stesso tempo terrorizzato il vecchio edificio che si ergeva quasi maestosamente sulla cima della collina Ackler.
Non avevo mai neanche pensato di volere varcare la soglia di quell'orrendo posto, il vecchio manicomio di St. Patrick; ricordo spiacevolmente gli eventi che mi avevano portato ad odiare questo edificio, che aveva anch'esso una parte nei miei tristi ricordi d'infanzia.
Io, Jhon Smith, vi narrerò come la follia può traumatizzare i deboli mentali, anche al punto di indurli a compiere azioni che nemmeno il peggiore dei diavoli penserebbe di fare.

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Nacqui in una mattina buia e piovosa, il 13 febbraio di trent'anni fa.
Ovviamente la gente che mi stava attorno si accorse subito della mia enorme intelligenza, ma nessuno mai mi lodò, dovetti pensare a me stesso ed alla mia istruzione da solo. Tutti erano sempre occupati a lodare ed elogiare il mio fratello gemello, Markus, per il quale nutrivo profonda indifferenza, se non odio.
Markus nacque instabile mentalmente, soffriva di una lieve forma di schizofrenia.
Peggiorò quando avevamo circa 6 anni, i continui litigi tra i miei genitori turbavano la sua fragile mente, lasciando naturalmente indifferente me.
Ricordo ancora come se fosse ieri il giorno in cui i miei genitori vennero a mancare.
Era il giorno di Natale, Markus era molto estasiato e contento del regalo che aveva ricevuto, un carillon fatto interamente in legno di abete.
Mio fratello giocò per tutto il giorno con quell'affare che io trovavo orrendamente inutile, credevo fosse ridicolo che un ragazzo, ormai adolescente, giocasse ancora con aggeggi così infantili.
Si fece sera ed il cielo era più buio che mai, io e mio fratello andammo a letto dopo cena, come avveniva usualmente;l'idea di non dover sentire il suono del suo carillon fino alla mattina seguente mi garbava alquanto.
Era ormai notte fonda, fissavo il paesaggio innevato ed il fumo che usciva dai grandi camini delle fabbriche.
Mi piaceva la neve, quando fuori nevicava era come se tutto e tutti tacessero in un meraviglioso ed allo stesso tempo inquietante silenzio, guardavo il paesaggio splendidamente cupo con uno strano compiacimento.
Dopo qualche istante quel piacevole silenzio si interruppe bruscamente con un grido strozzato, seguito dall'orrenda melodia del carillon di Markus, decisi di andare a vedere cosa fosse successo.
Seguivo la melodia del carillon, che mi provocava una profonda, piacevole malinconia.

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4 commenti:

  • Giulio il 01/02/2014 17:22
    che fico! era completamente pazzo !!! hai fatto un intro alla poe... bravo o brava!
  • cesare massaini il 14/04/2013 22:09
    davvero bello, molto bello!
  • Master il 07/05/2012 07:33
    Grazie per avermi ricordato King, purtroppo lo avevo stupidamente scordato, comunque leggo anche le sue opere. Per rispondere alla prima domanda direi che nessuno sa veramente se ci sia un inferno migliore di un altro, non c'è una certezza, l'unica certezza è la speranza che esista sempre un luogo migliore di quello in cui ci troviamo.
    Trovo semplicemente che i personaggi maschi siano più adatti ad un racconto di questo tipo, a dire la verità, non so nemmeno io veramente perché prediligo la figura maschile per un racconto.
  • Ellebi il 07/05/2012 01:05
    Ti dico subito che mi piace leggerti. Ciò detto ho un paio di domandine da porti dopo aver concluso la lettura del tuo secondo racconto, pure questo nella falsariga del precedente, ma del resto mi hai rivelato le tue letture (stupisco che non ci sia King). La prima riguarda la risposta che mi hai dato al commento sul primo racconto: Master ci può essere un inferno migliore di un altro? Perchè se sei una ragazza, preferisci, che i protagonisti dei tuoi scritti siano maschi? Comunque bel racconto pur questo. Saluti

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