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Le morti di Polidoro

C'è più di un personaggio, nel mito troiano, che porta il nome di Polidoro. Le fonti classiche e medievali ne fanno concordemente un figlio di Priamo, l'ultimo: ma non tutti lo dicono figlio di Ecuba, anche se in questo convengono Omero, Euripide e Virgilio. Ma è sulla morte di Polidoro che le fonti discordano: Omero lo fa uccidere da Achille il giorno stesso della sua prima battaglia, Euripide e Virgilio raccontano che egli era stato consegnato a Polinestore, suo cognato e re di Tracia, con molte ricchezze che ne determinarono la morte. Quando Enea profugo sbarca in Tracia, per fare un sacrificio agli dèi estirpa i ramoscelli d'un cespuglio e assiste a un orrendo prodigio: da quegli sterpi viene fuori la voce di Polidoro che racconta l'empio agguato. È l'episodio che Dante imiterà per Pier delle Vigne, nel XIII canto dell'Inferno. Non rievochiamo qui il racconto virgiliano, ma vi invitiamo a farlo direttamente, è il più noto perché è il più bello. Lo stesso vale per Euripide, che fa di Polidoro il protagonista (il primo attore in ordine d'apparizione) dell'Ecuba. Presentiamo invece a mo' di parafrasi il racconto di Omero, Iliade XX e quello delle fonti medievali, Benoît de Sainte-Maure e Guido delle Colonne, che sulla scorta di Ditti Cretese (di cui riportiamo il passo originale) dànno una terza versione della morte del fanciullo. Chi volesse disporre degli altri testi originali può richiederli via mail a fchiappinelli@libero. it;al solito, altri contributi e approfondimenti sono desumibili da http://www. culturaescuola. it/ e http://www. mediterranees. net/mythes/troie/troyennes/polydore2. html.

1. Omero, Iliade XX
Priamo non glielo aveva mai permesso: era troppo legato al più giovane dei suoi figli. Certo, Polidoro gli ripeteva sempre che non doveva temere per lui: era o no il più veloce di tutti nella corsa? Sarebbe riuscito comunque a fuggire in città se i Greci avessero preso il sopravvento. Alla fine il re si era fatto convincere, ma non aveva avuto il coraggio di dirlo ad Ecuba.. ora Polidoro era con gli altri Troiani nel campo di battaglia, e godeva della sua agilità. I suoi compagni lo guardavano mentre velocissimo si spostava da un punto all'altro, e i nemici non riuscivano ad impegnarlo seriamente nello scontro. Ebbro di orgoglio, Polidoro si sentiva insieme giovane ed immortale.

Achille lo vide passare come una meteora, e capì subito che quella ricca armatura doveva appartenere a un principe. Frenò il suo impeto, l'agguato non doveva fallire. Si inoltrò tra le file nemiche, ma tenendosi a distanza da Polidoro e riuscì ad aggirarlo senza che lui se ne accorgesse. Poi, mentre gli altri Troiani che lo conoscevano bene come per incanto si scostavano, fu d'un tratto alle sue spalle; e ricordando Patroclo ebbe un moto d'ira che annullò la simpatia istintiva per quel giovane bello e valoroso, tanto simile a lui quando aveva sorriso sprezzante a Teti che non voleva farlo partire.

Polidoro quasi non sentiva dolore, anche se la lancia lo aveva trapassato tutto, dalla schiena all'ombelico. Quando era stato colpito vilmente da Achille era caduto a terra urlando, ma ora gli pareva di entrare lentamente in una nube nera; le grida e i rumori gli giungevano sempre più fiochi e parevano innaturali ed estranei.

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