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Una prima volta... differente!

Avevo da poco compiuto diciassette anni, capelli lunghi sino alle spalle, jeans attillati e scoloriti camicetta nera, scarpe da ginnastica, che sembravano sgranocchiate dai topi da quanto erano state usate, birra in mano e cannone di maria in bocca, si si crescevo proprio bene praticamente un chierichetto. Vivevo già solo da un anno a Torino e da qualche settimana mi ero trasferito in Liguria per lavorare come barista durante la stagione estiva.
Di notte per tornare dal paese dove lavoravo all'altro, in cui mi ospitavano amici, facevo l'auto stop, un po' perché non avevo nessun mezzo di trasporto e l'autobus passava sino a mezza notte, mentre io smettevo di lavorare all'una e un po' perché mi divertiva quell'incognita di non sapere mai chi mi caricava.
A volte, erano lavoratori auto muniti che come me tornavano stanchi e scazzati a casa e visto che ero l'unico a far il dito in quelle notti, ormai mi conoscievano...
essere accompagnato da loro era abbastanza noioso, non avevano nulla da dire e la musica che ascoltavano solitamente era terribile. In altre occasioni a darmi uno strappo erano giovani in vacanza, così carichi d'allegria che c'è la contavamo per tutto il tragitto ridendo e a volte fumandoci un cannone insieme. Ma c'erano anche incontri meno divertenti:ubriachi che pregavi solo non andassero dritti nella prima curva, vecchi ricchioni, (così chiamavo all'epoca gli omosessuali anziani) che strisciavano la loro mano sul mio ginocchio con l'alibi di cambiare marcia, poi per vedere se ci stavo, lasciavano un paio di dita, così:come dimenticate sul mio ginocchio.
Ma nelle notti più fortunate a fermarsi erano donne! Solitamente dell'età di mia madre, io andavo pazzo per le donne con l'istinto materno e lo spacco che mostrava le coscie, mentre loro guidando e mi facevano la predica (di quanto era pericoloso fare l'autostop di notte), io arrapato gli spiavo ogni centimetro del corpo! Insomma era il massimo che un diciassettenne, come me, poteva chiedere per non annoiarsi lungo il tragitto che lo portava a casa.
Ma in quella lontana notte d'inizio luglio, successe qualcosa che proprio non m'aspettavo.
Come dicevo:stavo lì , sul lato destro della corsia nell'oscurità quasi totale con la mia birretta in mano, cannone fumante in bocca e le stelle a farmi compagnia nel silenzio della notte, quando: mentre cammino sento da lontano il rumore di una macchina che arriva,(finalmente!)penso, incominciavo ad aver paura che me la sarei fatta tutta a piedi.
Mi fermo e l'aspetto, rivolto con tutto il corpo verso la direzione da cui viene, mentre la vedo avvicinarsi da lontano, i raggi luminosi dei fari tagliano il buio mostrando a intermittenza il paesaggio di ulivi e palme che mi circonda, la macchina fa l'ultima curva e imbocca il corto rettilineo dove io mi trovo. Mi vede, lo deduco da come rallenta la velocità, socchiudo gli occhi per la luce e alzo il mio pollice con un sorriso ebete, cercando di nascondere quanto sia sconvolto.. Niente! lo stronzo non se le bevuta, quindi va dritto!, almeno e quello che penso, mentre rassegnato ricomincio a camminare verso casa.
All'improvviso vedo delle luci, accompagnate da quel indistiguibile rumore che fanno le macchine in retro marcia;era lo stronzo che aveva cambiato idea, bella storia!

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9 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 20/07/2012 13:24
    L'idea mi è piaciuta, ho visto un bel potenziale ma per ora ho trovato errori di ortografia e anche qualche accostamento strano (dita soffuse?) che però, secondo me, può anche formare la base per qualcosa di molto originale, se meglio sistemato. Continua, Mi vado a leggere tutoi lavori più recenti, se ce ne sono!

9 commenti:

  • Anonimo il 24/06/2012 20:51
    Rinfodera la linguaccia, Calderone.
  • Massimiliano Caldarone il 24/06/2012 02:46
    grazie a te Piccina!
  • Anonimo il 23/06/2012 22:44
    Adesso sì che è un po' più fluido! Bravo, figliuolo!
  • Massimiliano Caldarone il 21/06/2012 16:14
    Hei piccola, come ti sembra ora?
  • Anonimo il 18/06/2012 16:29
    Be', se vuoi 1 un fiorino... A Berghèm an ghe mia i sòcc'! (credo si scriva così...)
  • Massimiliano Caldarone il 18/06/2012 14:22
    si e che pensavo di doverli evitare per regolamento del sito... e che con le regole io;non ci azzecco mai! grazie piccola(ho visto che lo sei) ma un'altra cosa che, credo, di saper di te e che sei di Bergamo. Quindi la domanda nasce spontanea:ma sti 30 sacchi, da dove ti escono? ricordo che quando vivevo a Roma sentivo sacchi o na piotta na meza piotta... ma a Bergamo? come cambiani i tempi! a bella c'è vedimo!
  • Anonimo il 17/06/2012 16:00
    Gli "stacchi", come li chiamo io, sono i cosidetti "accapo", li uso per rendere un po' meno massiccia la lettura.
    Certamente, fanno 30 sacchi.
  • Massimiliano Caldarone il 17/06/2012 02:20
    Grazie cara, Perché non lo me lo riscrivi con gli stacchi ecc. che ritieni opportuni e me lo invii con un messaggio privato, te ne sarei grato. Sono alle prime esperienze come scrittore, sai ne ho fatti di km in autostop... ora che ho deciso di fermarmi e fare un resoconto esistenziale, mi rendo conto che un aiutino esperto mi verrebbe bene. Se ritieni potermelo dare.
    Ciao.
  • Anonimo il 16/06/2012 21:02
    All'inizio volevo dirti: "Che culo! Non hai beccato il maniaco omicida in autostrada!", poi leggendo del marito: "Ehm, sì... Magari il ménage-à-trois no...". Comunque, non so se te la sei inventata di sana pianta (mi metto nei panni dei tuoi amici), ma hai fegato nel fare l'auto-stop di notte! È già pericoloso farlo di giorno... Ma magari erano altri tempi, sebbene anche a quei tempi certa gente era fusa de cervello.
    Comunque il racconto è divertente, ma... Ragazzo "conoscievano", i tempi e magari qualche stacco sarebbero graditi.
    Dai, che era bello! Ciao!

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