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Tutto per caso

Walter 40 anni, giovane di età e vecchio di presenza, capelli e barba lunga, sporco a non finire. Abbigliamento e scarpe estive, perché tutte rotte, come primo e secondo lavoro, fa il barbone. Chiede l'elemosina alla stazione termini. Regala sorrisi, sia a chi gli lascia delle monete e sia a chi non gliele lascia. Ha un certo fascino anche da barbone. Lui che prima faceva il modello per una agenzia di moda, legato a certi modelli di uomo che era obbligato a rispettare.
Ora, libero come l'aria si sposta da una parte all'altra della piazza, per passare il tempo. Ogni tanto gli passa davanti qualcuno di sua conoscenza, ma è troppo sporco per puzzolente per essere guardato attentamente e riconosciuto. Livia una ragazza maggiorenne di anni 38, che di mestiere fa l'infermiera professionale. Bella presenza, seno e sedere pronunciato, capelli mori a caschetto, alta 1, 75 m, incontra per la prima volta Walter mentre viene picchiato da un suo collega di strada, per aver erroneamente scambiato una busta piena di stracci.
Lui è a terra mentre il suo aggressore, diventa latitante. Lei, vede tutta la scena da lontano. Lei sta percorrendo uno dei tanti sotterranei kilometrici della stazione. Lei, osserva che nessun passante, anche tra i testimoni oculari si degna di un minimo sguardo al malcapitato barbone con un sopracciglio sanguinante e umiliata per essere una persona normale. Si avvicina a Walter e gli tende la mano, in segno di solidarietà e comprensione.

Lui timido si rifiuta di essere aiutato, ma Livia, determinata a rappresentare l'uomo civile, lo prende per la barba e lo costringe a girarsi. Dopo aver curato la ferita con un fazzolettino umido e fermato il sangue, lo tiene sotto controllo a finché la terapia del ghiaccio non abbia la sua efficacia e fa rientrare il trauma. Dopo circa una mezzora di intervento sul barbone, Livia pensa di medicare un sordo muto, in quanto non lo ha sentito nemmeno lamentarsi.

Orgogliosa della sua prestazione Livia saluta Walter con un ciao accompagnata dai gesti per farsi comprendere. Walter gli regala uno dei suoi sorrisi silenziosi. Sono passati due giorni, Livia percorre nuovamente quel sotterraneo, è molto attenta a ricercare il barbone che però non vede, fino a quando, un giorno qualunque risalendo le scale per Via Giolitti lo trova seduto che guarda le persone passare.

Si blocca al primo gradino mentre lo guarda, sente un brivido attraversargli la schiena, inizia a salire andandogli incontro, ma lui è distratto guarda altrove. Lei giunta ormai davanti con il cuore che batte veloce quasi emozionata, e dubbiosa di essere riconosciuta, Lui in quel momento si gira, la guarda negli occhi e si alza di scatto.

Livia sorpresa... vede lui alzarsi che la guarda e sorridergli, rimane pietrificata. E quando Walter da dietro la schiena tira fuori un mazzo di fiori di campo, si paralizza. Si guardano fissi negli occhi che sono puliti per entrambi, e con voce decisa, Walter, "questi sono per te" e via scappa senza lasciare traccia.

Livia rimasta ancora semiparalizzata e vittima di una emozione grandiosa, prova a girarsi nella speranza di rivederlo. Ma niente da fare quel barbone sconosciuto che non sapeva nemmeno che parlasse, gli ha dato una forza e voglia di vivere. Gioiosa dell'accaduto si dirige verso l'autobus, ridendo e parlando da sola, al punto di essere notata da diversi passanti che la osservavano come strana.
I giorni passano veloci e Livia non riesce a dimenticare, anzi si domanda, perché mai quella emozione così forte ed improvvisa, che la fa tornare ai tempi della scuola. Ogni giorno che passa di li cerca il barbone ma non lo trova e desolata ogni volta ritorna a casa.

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1 commenti:

  • stella luce il 26/03/2013 17:22
    bellissimo questo tuo racconto... un tuffo al cuore... mi dispiace moltissimo non averlo letto prima, io sono una assidua di poesie più che di racconti... ma qui esce il vero amore... STUPENDO

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