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Un campo di fiordalisi
E poi c'era un Dio buono che ci sgridava se non andavamo a messa o alla dottrina e che si trasformava in pane e non volevano che si buttasse via nemmeno una mollica... e tante formiche in fila indiana e la noia a volte nel paese... arrivava in lambretta e mentre era al bar a bere noi mettevamo in moto di nascosto il motore e fuggivamo che ci rincorreva... la gara a bocce nelle strade, la briscola e il tresentte, le bestemmie, la morra
La guerra neile fotografie la storia una poesia da mandare a memoria per Natale... le casse dell'uva per il presepe... il bianco che vestiva tutti gli anni il paese
Due nonne una romagnola e simpatica l'altra che pregava sempre... chissà se si saranno riviste in paradiso... c'era un pulsante che comandava le luci del paese e noi che facevamo i dispetti e lo spegnevamo l'elettricista che si arrabbiava e poi guidava il santo per le strade
Il carnevale i fuochi da lontano, la fonte dove si lavavano i panni, qualcuno la lavatrice forse l'aveva, i cani randagi e i gatti per le strade
I contadini la domenica alla messa le strade impolverate le maglie di lana grossa le bambole di cartone, i sassi come biglie
C'era chi andava a caccia... rinchiudevano i cani nel baule tornavano e li mettevano alla catena... e povere bestie insanguinate... l'ho sempre odiata ho sempre sofferto per gli animali maltrattati e abbandonati e quando uccidevano il coniglio o il pollo
La sarta con gli spilli e le lamette il postal market i vestiti di giornale... erano solo cartamodelli
Il gallo che cantava.. il rumore del trattore... le lenzuola di lino e di canapa... le persiane arrugginite
Una televisione che si accendeva solo di sera, ma non funzionava mai
Una vita che correva via e tanta tanta fantasia
e campi campi di fiordalisi
Un padre severo e una mamma alla finestra
Il mio nome e un'eco nella vallata
e poi c'era un cimitero alle porte del paese, poche anime non le conoscevo... foto in bianco e nero... ma mi colpivano gli angeli... tanti e piccolissimi... e la solita risposta... il Signore li ha voluti a sè...
non capivo perchè visto che di angeli il cielo è sempre statp pieno... una cugina piccola che neanche conoscevo, uno zio giovane e due figli orfani a Torino i nonni e gli avi e scritte che non capivo
c'era un asilo e una scuola elementare, uno spaccio e un negozio che vendeva tutto, la frutta dell'Ernesta, il mercato una volta al mese il mercoledi e la bancarella di giocattoli solo da guardare.
c'erano le punizioni e a letto senza cena e mia sorella che fregava di nascosto per me il pane... c'erano gli schiaffoni chi li conosce più... per fortuna o sfortuna bambini! ed i fioretti da fare e da disegnare c'erano gli emigranti che d'estate ritornavano a colorare il paese con gli accenti strani e le vecchie al rosario ora pro nobis...
i lupini per la strada, la mortadella dentro il pane, la nutella come oggi sempre uguale
una corriera come una diligenza fino alla città ed il mare magari d'estate
non c'erano scivoli ne altalena... una corda a un ramo la ringhiera delle scale
c'era sempre una fine e un nuovo inizio... la scuola senza campanella ed una vecchia bidella, la cartella che si comperava alla fiera di s, nicola e un ombrello senza stecche
una graziella sempre bucata e dieci lire per le caramelle le bustine per fare l'acqua frizzante e l'aranciata
il biroccino e le ginocchia sbucciate e il giornale che arrivava col postino
le lettere da spedire e da aspettare
qiante cose potrei dire... ma la finisco qui
diceva mio padre quando cominciava a ricordare... e noi fingevamo di ascoltare... erano cose da vecchi... o forse vecchia ora lo sono anch'io ora che ricordo pure io
c'era e c'è un paese con poche anime una chiesa e le case con le porte e le finestre chiuse... muffa sui muri silenzio nelle strade la scuola non esiste più un negozio ed una scritta antica dove non si entra più il cimitero e gli stessi cipressi ma più grande di com'era pieno di gente che conosco...
qui dove si ferma il mio ricordare... visi che mi sorridono voci che non so scordare...
Niente da buttare... era un peccato
Tutto da tenere
Quello che manca che non c'è più... proprio adesso che ho tutto...
Racconta vita... vai avanti tu...
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- erano bei tempi, la gente era semplice, piaciuto
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