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Petit Coeur

Petit Coeur, la lacrima appena nata, non fece in tempo a rendersi conto da quali occhi fosse stata stillata che si sentì precipitare giù, verso quell'oceano nero d'asfalto.
Sentì il peso del suo corpo che si schiacciava su quella superficie impregnata d'ogni scoria dell'umanità e, nell'attimo successivo, vide le molecole di sé separarsi in un fiore di minuscoli spruzzi tutt'intorno.
Lacerato e disperso perse coscienza di sé e, come in un incubo, attraversò le mille e mille fasi dell'acqua.
Fu nebulizzato, filtrato, distillato poi condensato e di nuovo filtrato e così ancora, in un interminabile ripetersi di cicli successivi.
Quando ormai la sua identità di lacrima sembrava perduta, improvvisamente si ritrovò ricomposto in un luogo che non aveva mai immaginato potesse esistere.
Grosse nuvole bianche come neve fluttuavano in un cielo color cremisi tra stralci d'arcobaleni nitidissimi.
Attorno a lui, appesi come frutti alle nuvole, dondolavano alla brezza leggera milioni di gocce d'acqua cristallina che parevano piccoli diamanti stesi ad asciugare.

- Dove sono?- domandò guardandosi attorno
- All'anagrafe: dove se no? - rispose una voce brusca alle sue spalle

Petit Coeur, ruotando su se stesso, incontrò lo sguardo di una grossa lacrima accigliata che come lui stava viaggiando in un fiume di migliaia e migliaia di gocce d'acqua che si muoveva compatto, con un movimento lento e quasi impercettibile, verso un punto imprecisato tra le nuvole.

- All'anagrafe?! - ripeté meccanicamente Petit Coeur.

- All'anagrafe delle lacrime. Dove se no? - ripeté la lacrima alle sue spalle - Non vorrai mica dirmi che non ne sai nulla? Non sarai per caso anche tu uno di quelli che credono che le lacrime del mondo vadano sprecate e si confondano con la semplice acqua?-
Poi sempre più stizzito aggiunse:
- Ma guarda se mi doveva capitare come compagno di viaggio, uno zuccone di tale calibro.
Prima mi precipita addosso senza rispettare la precedenza che quasi mi nebulizzava e mi rispediva ad un altro giro di cicli, e poi se n'esce a fare lo sprovveduto, facendomi domande e chiedendo spiegazioni su cose così ovvie.-

- Scusami tanto se ti ho creato disturbo.- disse un po' spaventato Petit Coeur.- ma non l'ho fatto apposta, e ti assicuro di non saper nulla di nulla. Credo d'essere appena nato.-

- Ecco, non ci mancava che un lattante nel gruppo. Chi altri se no?
C'erano già quei boriosi delle lacrime del dolore, quegli insipidi della commozione, i rimbambiti della risata, gli stupidi della nostalgia. Ci mancava solo un neonato. La compagnia è al completo! Ah e mi dimenticavo di te.- disse, rivolgendosi ad una piccola triste lacrima che gli stava appiccicata addosso come un francobollo ad una lettera - la seccatrice timorosa. Il meglio sulla piazza. La lacrima dell'impotenza. Ci siamo proprio tutti, mancavi solo tu. chi altri se no? -

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