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L'interruttore
Durante l'oasi delle ferie di agosto due amici si incontrano dopo un bel po'...
Anche se non si vedono quasi più, la sincerità che c'era fra loro riesce a tornare a galla, uno racconta di se... L'altro no, non racconta di se, non ha niente da raccontare...
<< come fai a vivere così? Senza un hobby, senza passioni, ma non ti piace neanche scopare? >>
La risposta fu un ghigno con le proprietà del sorriso della Gioconda, dall'angolatura dipendeva se esprimesse tristezza, strafottenza o vero sorriso...
<< ma trovati una ragazza!, ci sono dei dromedari in giro che hanno delle fighe stratosferiche... Te non sei neanche brutto... Se ti dai da fare vedrai che...>>
<< Il problema è che non me ne frega più un cazzo di niente... Se mi volessi fare un vero piacere dovresti sciogliermi un po' di cianuro nel bicchiere, così poi vado a casa mi metto nel letto e non mi sveglio più >>
<< Il cianuro non ce l'ho, va bene lo stesso se ti sciolgo dello sperma essiccato di Alessio? >>
(risa)
<< no ti prego di Alessio no! >>
<<allora vedi che non sei proprio così devastato? Sai ancora ridere! >>
<< è vero è vero... in effetti il cinismo e le tue battute pesanti riescono ancora a non lasciarmi indifferente...>>
<<Comunque, a parte gli scherzi, se sei così giù fatti vedere da qualcuno, non sopporterei di saperti spenzolante dal soffitto >>
<<Macchè... ci vogliono le palle per il suicidio, non avrei mai il coraggio... Poi sai che scocciatura per chi rimane?! ... Io non vorrei morire, vorrei non essere nato... è diverso >>
<<Mi fai venire in mente la leggenda metropolitana del grattacielo Numb, quello vicino al mare >>
<< Se è triste raccontamela...>>
<<Si dice che entrando nel piano interrato del grattacielo ci si trovi davanti all'opportunità di sparire all'istante portandosi seco tutte le tracce che uno abbia mai potuto lasciare >>
<< E come farebbe a esistere la leggenda se chi è sparito non ha lasciato traccia? >>
<<In città è pieno di veggenti e maghi che asseriscono la veridicità della leggenda, poi, conosco un ragazzo, un mio compagno di facoltà che ci ha ripensato all'ultimo momento, quando lo raccontava eravamo un po' tutti alticci, ma mi sembra di ricordare che dicesse di essersi trovato in una stanza vuota, ad eccezione di un tavolino di vetro con sopra una calcolatrice e avvicinandosi, sul display appariva il suo nome accanto alla moltiplicazione per zero... Diceva di avere la certezza che se avesse premuto il tasto dell'uguale sarebbe sparito...>>
<< Che cazzate... E questa sarebbe una storia triste? >>
<< Non vorrai negare che l'oblio sia triste?, vorrebbe dire che ti atteggi a duro! >>
<< Ma vaff... Ti saluto... Mi dirigo verso casa, ho un sacco di cose da non fare >>
<< Ciao duro! Ci si vede in giro >>
Intanto il tarlo della leggenda stava lavorando alacremente e Massimo decise di allungare un po' il tragitto verso casa prendendo la strada che passava nei pressi del grattacielo e guidando pensò:
<< che degrado, in questa zona non mettono neanche il nome delle vie...>> ... Poi scherzò fra se:
<< a già... Grattacielo "Numb", "Where the streets have no name" >>
Fermo al semaforo, guardando in direzione del grattacielo, scorse una porticina di alluminio a fianco della gelateria al piano terra... Nel suo cervello triste, le persone in fila per prendere il gelato erano formiche indottrinate, anche nel semplice gesto di prendere un gelato ci vedeva della falsità o perlomeno dell'omologazione, invece quella porticina ignorata da tutti era tremendamente sola e per questo, per lui così calamitante.
<<Potrebbe essere l'ingresso...>> (... Cominciava a crederci?)
Parcheggiò sul lungo mare, camminò di fianco alla fila per il gelato, (ma in senso contrario) girò l'angolo... Uno sguardo d'intorno... Solo afa baluginante, e quei sorrisi da pagliaccio poco più in là non prestavano certo attenzione a lui...
Provò a muovere la maniglia... La porta era aperta... Entrò
La stanza era fresca, i muri immacolati, richiuse la porta dietro di se, i rumori esterni giungevano ovattati, i suoi passi rimbombavano, era completamente vuota, non c'era traccia di tavolini ne tanto meno di calcolatrici...
Entrando ammise con se stesso di avere avuto paura, il capolinea mette paura, e adesso provava un certo sollievo nel constatare che non ci fosse niente di pericoloso... Ma mentre i suoi nervi si stavano rilassando scorse una piccola borchia nel muro...
Si avvicinò ad essa, era di plastica bianca probabilmente gli occhi si dovevano abituare alla minore luminosità per distinguerla, nel centro c'era un interruttore, semplicissimo, come quelli della luce elettrica di casa sua...
Alzò il braccio, il dito teso in prossimità dell'interruttore...
I pensieri si fecero lentissimi e fangosi, l'universo a osservarlo
<< ... e... e se fosse vero?... se premendolo sparissi veramente?, voglio veramente sparire senza lasciare traccia? >>
Poi i pensieri cominciarono a roteare e rincorrersi come in una turbina, ora li sentiva voraci e distruttivi mordere il cervello come un branco di piragna, ricordi d'infanzia mischiati a quelli di poche ore prima, delusioni, rimpianti e rimorsi, poi l'istinto di sopravvivenza ebbe il sopravvento...
Abbassò il dito
<<Non ho il coraggio...>> si girò dando le spalle all'interruttore...
<<Ma cosa faccio? Mi sono bevuto il cervello? Mi sono auto-suggestionato, adesso mi giro e spingo quella merda di interruttore che tanto non succede niente>>
Di nuovo l'indice era pronto
<<... e poi... non è quello che ho sempre sperato?... morire senza lasciare traccia... il mondo non cambia di una virgola se io ci sono oppure no, anzi magari qualcuno sta anche meglio senza la mia presenza pesante vicino, i miei genitori non avranno più quel senso di sconfitta per aver fatto un figlio fallito, al lavoro saranno sollevati senza le mie sbuffate e critiche, il gruppo troverà finalmente un tastierista che sa suonare e faranno il salto di qualità e... e l'Arianna va bè, lei non aveva bisogno che sparissi, per lei già non esisto più, il mio tempo è già passato, sta pancia, sti capelli bianchi... ho giocato male le mie carte... se funzionasse veramente sto cazzo d'interruttore sarebbe una manna dal cielo... è ora che me ne vada...>>
Click
Non rimase nulla, la sua auto venne catalogata come rubata con targa trafugata da qualche impiegato della motorizzazione prima che venisse assegnata, il suo mutuo e conto in banca un errore del direttore, la sua casa di lì a poco prese la nomea di casa stregata, i ricordi nella mente di chi lo conosceva svanirono come ombre al buio, solo sua madre ogni tanto avvertiva delle crisi depressive simili a quelle per un aborto naturale. Di lui non rimase che una mano che ne scriveva un'alra leggenda. Era la fine.
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